
Titolo dell’opera: Ratto di Proserpina
Autore: Giovanni Maria Falconetto (1468-1535)
Datazione: 1509-1522 ca.
Collocazione: Mantova, Palazzo d’Arco, primo piano, Sala dello Zodiaco, parete occidentale, fregio al di sopra del riquadro del Capricorno
Committenza:
Tipologia: pittura parietale
Tecnica: affresco
Soggetto principale: Plutone rapisce Proserpina sul suo carro
Soggetto secondario:
Personaggi: Plutone, Proserpina, putto
Attributi: carro, cavalli (Plutone); torcia (putto)
Contesto:
Precedenti: Ratto di Proserpina, sarcofago, II sec. d.C., Roma, Palazzo Rospigliosi (cfr. scheda opera 08)
Derivazioni:
Immagini: http://www.rotarymantovacastelli.it/img/zodiaco/X_capricorno.JPG
Bibliografia: Moretta P., La Sala dello Zodiaco nel Palazzo d’Arco in Mantova, in “Rassegna d’Arte”, 1918, 9-10, pp. 165-181; Fiocco G., Le architetture di Giovanni Maria Falconetto, in “Dedalo”, 11, 1931, pp. 1203-1241; Tervarent G. de, Les fresques zodiacales du Palais D'Arco à Mantoue, in “Bulletin de l'Academie royale de Belgique”, 45, 1963, 11-12, pp. 244-265; Amadei G., Bellu A., Il Palazzo d’Arco in Mantova, Banca agricola mantovana, Mantova 1980, p. 90; Schweikhart G., Un artista veronese di fronte all’antico. Gli affreschi zodiacali del Falconetto a Mantova in “Roma e l'antico nell'arte e nella cultura del Cinquecento”, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1985, pp. 461-488; Cieri Via C., L’arte delle Metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, pp. 222-223.
Annotazioni redazionali: La Sala dello Zodiaco si trova al primo piano di uno dei corpi architettonici che fanno parte di Palazzo d'Arco, a Mantova. Raggiungibile attraversando il giardino e poi salendo una scala di un solo rampante, la Sala ha le pareti decorate da un ciclo astrologico. Dopo gli studi di Giovanni Fiocco (1931), la critica ha continuato ad assegnare in maniera unanime i lavori di decorazione a Falconetto. La committenza, invece, rimane a tutt'oggi oscura: Vasari (1568) parla, a riguardo, di un non altrimenti noto Luigi Gonzaga ed effettivamente la committenza potrebbe essere riconducibile a un ramo minore della famiglia, ma a tutt'oggi il problema rimane aperto. Il programma iconografico appare erudito e complesso: la decorazione delle pareti presenta i mesi dell'anno e i loro relativi segni zodiacali, divisi ciascuno da un'arcata classica in marmo bianco, attraverso cui si sviluppa una scena. In questo modo, si uniscono due tradizioni: la tradizione classica, con la rappresentazione dell'origine mitologica del segno zodiacale, e la tradizione medievale del ciclo dei mesi, con la raffigurazione delle attività umane connesse ai vari periodi dell'anno. Sopra la fascia di decorazione principale, scorre un fregio continuo e dai colori vivaci, la cui fonte sono in massima parte le storie raccontate nelle Metamorfosi di Ovidio: tra queste, il ratto di Proserpina, sopra al mese di Dicembre (e al segno del Capricorno). L'affresco, infatti, ricalca in tutto e per tutto un sarcofago romano del II secolo d.C., conservato in Palazzo Rospigliosi a Roma (cfr. scheda opera 08): la posizione di Plutone, girato all'indietro, il modo in cui afferra Proserpina, addirittura la sua velificatio; quindi Proserpina, quasi innaturalmente tesa all'indietro, con le braccia in alto; il puttino che vola in alto e guarda la scena, con la torcia, che simboleggia la passione amorosa del dio; infine, il carro su cui viaggia Plutone e i suoi cavalli che, però, nel sarcofago sono tre, nel fregio affrescato due. Questo conferma ancor di più quanto il programma iconografico dell'intera sala presenti una ricchezza di elementi e riferimenti colti, tratti dalla tradizione classica, medievale ed umanistica.
Roberta Diglio