17: Ratto di Proserpina

Titolo dell'opera: Proserpina che raccoglie fiori

Autore: Antonio di Pietro Averlino, detto il Filarete (1400 ca.-1469 ca.)

Datazione: 1433-1445

Collocazione: Città del Vaticano, Basilica di San Pietro, Portale, anta destra, bordo sinistro

Committenza: papa Eugenio IV Condulmer (1431-1447)

Tipologia: scultura

Tecnica: rilievo in bronzo

Soggetto principale: Proserpina raccoglie fiori

Soggetto secondario:

Personaggi: Proserpina

Attributi: fiori (Proserpina)

Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:

Bibliografia: Müntz E., Les arts à la cour des papes pendant le XVe et le XVIe siècle, in “Bibliothèque des Écoles Françaises d'Athènes et de Rome”, I, 1878, pp. 41-44; Sauer B., Die Randreliefe an Filarete's Bronzethür von St. Peter, in “Repertorium für Kunstwissenschaft”, 20, 1897, pp. 1-22; Lazzaroni M.-Muñoz A., Filarete, scultore e architetto del secolo XV, Modes, Roma 1908, pp. 15-122; Pastor L., Storia dei papi: dalla fine del medioevo, I, Desclée, Roma 1944-1963, p. 571; Roeder H., The borders of Filarete’s bronze doors to St. Peter’s, in “Journal of the Warburg and Courtald Institutes”, 10, 1947, pp. 150-153; Pope-Hennessy J., La scultura italiana. Il Quattrocento, Feltrinelli, Milano 1964, pp. 79-80, 333-334; Lord C., Solar imagery in Filarete’s doors to St. Peter’s, in “Gazette des Beaux-Arts”, 118, 1976, pp. 143-150; Spencer J. R., Filarete’s bronze doors at St. Peter’s, in Collaboration in Italian Renaissance Art, 1978, p. 33-57; Cocke R., Filarete at St. Peter’s, Fra Angelico in the Vatican. Art and sense of Decorum in the service of the church in Decorum in Renaissance narrative art, Birbeck College, Department of History of Art, London 1992, pp. 44-51; Cieri Via C., La casa del Sole. Fonti e modelli per un’iconografia mitologica, in Le due Rome del Quattrocento, Atti del Convegno (Roma 1996), Lithos Editrice, Roma 1997, pp. 245-253; Calzona L., Roma, Città del Vaticano, Basilica di San Pietro – Portale, in L’arte delle metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, a cura di Cieri Via C., Lithos, Roma 2003, pp. 311-313.

Annotazioni redazionali: Dagli Inni Omerici in poi, dove si racconta che Proserpina “coglieva fiori: rose, croco, e le belle viole, sul tenero prato; e le iridi e il giacinto; e il narciso”, il tema floreale è strettamente collegato al mito del ratto della fanciulla. Ovidio riprende la tradizione a lui precedente e aggiunge nuovi particolari, ripresi poi anche da altri autori nei secoli a venire: nel V libro delle Metamorfosi, infatti, egli racconta come Proserpina stia facendo a gara con le compagne a chi coglie più fiori, quando Plutone la rapisce e le fa cadere dai lembi della sua veste tutto ciò che ha raccolto. La fanciulla ha l'animo così candido – racconta il poeta  – che quasi si dispera di più per la perdita dei fiori che per il fatto di esser stata rapita. Nei Fasti, invece, Ovidio espone con dovizia di particolari il momento del gioco con le compagne e le varietà floreali, fino a trovare nell'allontanarsi di Proserpina dalle sue amiche il momento in cui Plutone la rapisce. Nelle porta bronzea di San Pietro, Filarete rappresenta Proserpina due volte: una prima volta nell'anta sinistra, assieme a Plutone, rapita sul suo carro; una seconda volta nell'anta destra, sola, nell'attimo prima di essere rapita dal dio, mentre, china su dei grossi fiori, è nell'atto di raccoglierli nella veste che tiene leggermente alzata, citando così con notevole precisione le fonti letterarie.

 

Roberta Diglio