11: Ratto di Proserpina

Titolo dell'opera: Ratto di Proserpina

Autore:

Datazione: 230-240 d.C.

Collocazione: Roma, Musei Capitolini, Galleria

Committenza:

Tipologia: scultura

Tecnica: sarcofago in marmo scolpito a bassorilievo (220 x 63 x 63 cm)

Soggetto principale: Cerere insegue il carro di Plutone; Proserpina viene sorpresa mentre coglie fiori; Plutone rapisce Proserpina sulla sua quadriga

Soggetto secondario:

Personaggi: Cerere, Venere, Proserpina, Plutone, Diana, Minerva, Oceano, Mercurio, Vittoria, Ercole, Cerbero, personaggi marini, putti

Attributi: carro, torcia, serpenti (Cerere); cestino (Proserpina); mezzaluna, arco (Diana); carro, cavalli, Cerbero (Plutone); torcia (putto); timone (Oceano); petaso, caduceo (Mercurio); palma, corona (Vittoria)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Robert C., Die antiken Sarkophag-Reliefs, III, Deutsches Archäologisches Institut, Berlino 1919, p. 477-478, n. 392; Cumont F., Recherches sur le symbolisme funeraire des Romains, Librairie orientaliste P. Geuthne, Parigi 1942, pp. 95-96; Turcan R., Messages d’outre-tombe. L’iconographie des sarcophages romains, De Boccard, Parigi 1999, p. 47; Ambrogi A., Sarcofago con il ratto di Proserpina nella catacomba di San Panfilo. Sulla diffusione dei temi pagani in contesti cristiani, in Braidotti C.-Dettori E. (a cura di), où pan efèmeron. Scritti in memoria di Roberto Pretagostini, Quasar, Roma 2009, pp. 505-542.

Annotazioni redazionali: In questo esemplare, più che in altri, si dimostra come il rapimento divino di Proserpina da parte di Plutone diventi allegoria della divinizzazione personale del defunto (Turcan, 1999). L’identificazione della defunta con la protagonista del mito, sottintesa in tutti i sarcofagi di Proserpina, diventa qui evidente: esattamente al centro della fronte del sarcofago, infatti, è rappresentata la giovane rapita viaggiare sul carro del dio degli Inferi. Non solo è assente qualsiasi tipo di atteggiamento di resistenza e opposizione da parte della giovane, che sembra invece correre serena sul carro del suo rapitore accondiscendendo fiduciosa al suo destino ultraterreno, ma Proserpina assume perfino la fisionomia della donna sepolta che, come novella sposa di Plutone, acquista immortalità. La donna mostra il suo corpo nudo come una Venere (Ambrogi, 2009) e dietro le sue spalle appare la velificatio.

L’aspetto trionfale si collega altresì al tema stagionale che si basa, proprio come il mito di Proserpina, sul simbolismo del ciclico ritorno. Le protagoniste – Proserpina e le Stagioni – condividono lo stesso destino: in seguito al rapimento della prima, Cerere provoca l’assenza delle seconde; al ritorno della figlia, la dea ristabilisce il ciclo stagionale.

Ma, partendo con la lettura da sinistra verso destra, si incontra dapprima Cerere sul suo carro guidato da serpenti, alla ricerca della figlia. Come nel sarcofago di San Panfilo (cfr. scheda opera 10), segue la scena immediatamente precedente il ratto, di Proserpina che viene sorpresa da Plutone nell’atto di cogliere fiori: accanto a lei, un piccolo putto era alle prese con un kalathos e sembra sorpreso anch’egli. Dietro i protagonisti della vicenda, però, a differenza del sarcofago precedente, appaiono altri due figure: Venere e Diana. Venere è rappresentata con un velo, il diadema e lo scettro, mentre alza la mano destra, quasi a voler convincere con delicatezza Proserpina ad assecondare il rapimento. A destra, invece, vi è Diana: sul capo ha la mezzaluna che la contraddistingue nonché l’arco nella mano sinistra.

Poco più avanti, Minerva, nel tradizionale atteggiamento di seguire il carro di Plutone: qui, però, la dea non tocca né Proserpina né Plutone, ma semplicemente alza la mano destra, come se fosse un avvertimento.

Sotto alle ruote del carro di Plutone, invece, viene rappresentato Oceano, divinità fluviale, con l’attributo del timone a sinistra, e una serie di personaggi a lui collegati, tra cui anche un personaggio femminile che si porta le dita delle mano destra alla bocca, che potrebbe anche venir interpretata come Ciane (Robert, 1919).

A fare strada al carro di Plutone vi sono un putto, con una torcia accesa e rivolta verso l’alto, e Mercurio, che accompagnano la defunta velata a Plutone come la sposa al suo sposo.

Poco più avanti, altri due personaggi che vanno a sottolineare il trionfo della defunta sulla morte (Ambrogi, 2009): Vittoria, con una palma nella mano sinistra e una corona nella destra, ed Ercole. Tra i suoi piedi, Cerbero – le altre due teste sono indubbiamente rimaste fuori dalla raffigurazione per mancanza di spazio (Robert, 1919): è proprio questo che va a sottolineare l’entrata della defunta nel mondo sotterraneo.

 

Roberta Diglio