09: Ratto di Proserpina

Titolo dell'opera: Ratto di Proserpina

Autore:

Datazione: seconda metà II sec. d.C.

Collocazione: Roma, Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori, proveniente da Roma, via Portuense, colombario

Committenza:

Tipologia: pittura parietale

Tecnica: mosaico policromo

Soggetto principale: Plutone rapisce Proserpina

Soggetto secondario: una compagna di Proserpina si volta spaventata

Personaggi: Plutone, Proserpina, Mercurio, compagna di Proserpina

Attributi: carro, cavalli (Plutone); calzari alati (Mercurio)

Contesto:

Precedenti: Il ratto di Persefone, affresco, 340 a.C. ca., Vergina, Tomba di Persefone (cfr. scheda opera 04)

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Stuart Jones H. (a cura di), A catalogue of the ancient sculptures preserved in the municipal collections in Rome. The sculptures of the Palazzo dei Conservatori, L'Erma di Bretschneider, Roma 1968, p. 276; Lindner R.-Dahlinger S.C., ad vocem “Hades”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, vol. IV, tomo I, Artemis Verlag, Zurigo 1994, p. 380; Cohen A., Art in the era of Alexander the Great. Paradigmes of Manhood and their cultural tradition, Cambridge University Press, New York 2010, p. 203.

Annotazioni redazionali: Molti mosaici sono riconducibili alla rappresentazione del ratto di Persefone della tomba di Vergina (cfr. scheda opera 04): tra essi il presente mosaico policromo, datato tra il II e il III secolo d.C. e proveniente da un columbarium di via Portuense a Roma, oggi nella collezione dei Musei Capitolini.

Ma, nonostante la composizione sia molto simile a quella della pittura macedone, lo stile (a causa della tecnica stessa del mosaico) risulta essere molto più rigido e molto meno movimentato.

La quadriga, condotta da Mercurio e trainata da quattro cavalli neri, dalle zampe distorte in un galoppo forsennato, trasporta Plutone e la giovane Proserpina che si dimena tra le sue braccia. Una compagna della fanciulla assiste impotente al rapimento: essa appare isolata nell’angolo in basso a destra della scena, nella stessa posizione della compagna di Persefone della tomba di Vergina. Anche le sue vesti, che non coprono più il corpo ma si levano in un vortice sopra la sua testa, ricordano quelle della medesima figura.

La sezione a destra del mosaico, purtroppo, risulta però danneggiata: oltre alla figura di Proserpina, che appare mutilata nella sua parte superiore – quindi nel collo, nel volto e nelle braccia presumibilmente rivolte verso l’alto – si può solo intuire la presenza di una seconda compagna.

Sopra le loro teste, i loro nomi greci incisi, evocativi degli Inferi (Cohen, 2010).

 

Roberta Diglio