
Titolo dell'opera: Ratto di Persefone
Autore:
Datazione: 320 ca. a.C.
Collocazione: Basilea, mercato
Committenza:
Tipologia: cratere a volute
Tecnica: pittura a figure rosse
Soggetto principale: Ade rapisce Persefone sul suo carro
Soggetto secondario: una schiera di dei e ninfe li circonda
Personaggi: Ade, Persefone, Demetra, Hermes, Eros, Afrodite, Atena, Artemide, Apollo, Oceanidi
Attributi: scettro, quadriga, cavalli (Ade); torcia (Demetra); caduceo, calzari alati, petaso, torcia(Hermes); elmo, scudo, lancia (Atena); lancia, pelle di pantera (Artemide); ramo di alloro, cetra (Apollo)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Trendall A.D.-Cambitoglou A., First supplement to The red-figured vases of Apulia, University of London, Institute of Classical Studies, London 1983, p. 175; Lindner R., Der Raub der Persephone in der antiken Kunst, Konrad Triltsch, Wurzburg 1984, pp. 25-26, n. 17;Lindner R.-Dahlinger S.C., ad vocem “Hades”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, vol. IV, tomo I, Artemis Verlag, Zurigo 1994, p. 382.
Annotazioni redazionali: Il vaso qui in esame, apulo e con pittura a figure rosse, è stato assegnato dalla critica a un tardo seguace del Pittore di Baltimora (Trendall-Cambioglou, 1983).
Il ratto di Persefone occupa la parte centrale del vaso, ma la scena appare essere piuttosto affollata: varie sono le figure di divinità che si susseguono, ognuna identificabile dalla raffigurazione dei suoi classici attributi.
In alto, si possono scorgere Eros e Afrodite, all’estrema sinistra, ambedue in piedi: Eros guarda in alto verso la madre, che ripara con un ombrello dal sole. Proseguendo, una serie di figure sedute: la prima è Atena, con elmo, scudo e lancia. La seconda, invece, è Artemide, che è seduta su una pelle di pantera e ha in mano una lancia: la pelle di pantera compare con frequenza nei miti dionisiaci e in onore di divinità femminili – ed è ancor più giustificabile per il fatto che Artemide sia la dea della caccia. Accanto a lei, Apollo, che è seduto accanto a una cetra con un ramo di alloro in mano. L’ultima figura della fila è di nuovo in piedi: qui ci si trova di fronte ad Hermes, che indossa calzari alati, con il caduceo in mano e il petasos appoggiato a un albero.
Al centro, come già detto in precedenza, la scena principale: il ratto di Persefone. Raffigurati in maniera classica tradizionale, Ade rapisce Persefone sulla sua quadriga trainata da cavalli, due più scuri rispetto agli altri. Con una mano il dio porta il suo scettro, con l’altro braccio stringe a sé la rapita. La giovane si guarda indietro e allunga le braccia verso la madre, in atteggiamento di aiuto. Sul capo ha una corona, che la identifica come sposa di Ade. Demetra, rappresentata come la regina dei misteri eleusini, stringe in mano la classica torcia eleusina a quattro punte: insegue sua figlia ma non riesce ad afferrarla. La quadriga è nell’atto di procedere verso il lato opposto, dove Hermes – un personaggio molto frequente nelle rappresentazioni antiche del mito – è raffigurato una seconda volta, questa volta mentre fa strada ad Ade con una torcia e il caduceo.
Sotto, nella fila inferiore, vi sono tre fanciulle: probabilmente si tratta delle Oceanidi, poiché anche loro spesso sono protagoniste della raffigurazione del mito. Le giovani stanno giocando a palla su un prato fiorito. Il gioco della palla, qui, sicuramente non è senza significato. La palla, nel sud dell’Italia attributo di Afrodite, può diventare il simbolo e la prefigurazione di una relazione amorosa.
Demetra, invece, è collegata al ratto di Persefone si può dire da sempre, anche nelle fonti letterarie più antiche; inoltre, ancor più antiche di queste fonti sono le tradizioni e ai misteri collegate alle due dee. La sua presenza è quindi più che giustificata. Hermes, invece, pur non essendo presente nelle fonti, è spesso presente nella raffigurazione: più che un personaggio per sé, si può considerare una specie di “servitore” di Ade, nell’atto di fargli strada. Spesso, è infatti anche raffigurato anche due volte: una volta accanto al cocchio e una volta separatamente.
Gli altri personaggi raffigurati, invece, sono da considerarsi “ornamenti” alla scena principale..
Roberta Diglio