05: Ratto di Proserpina

Titolo dell'opera: Il ratto di Persefone

Autore: Pittore dell’Oltretomba

Datazione: 340-330 a.C.

Collocazione: Londra, mercato

Committenza:

Tipologia: lècythos

Tecnica: pittura a figure rosse (95 cm h.)

Soggetto principale: Ade rapisce Persefone

Soggetto secondario: una serie di personaggi attorno a loro

Personaggi: Ade, Persefone, Afrodite, Eros, Atena, Demetra, coribante, cocchiero

Attributi: scettro, quadriga, cavalli (Ade); elmo, lancia (Atena); torcia (Demetra)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Trendall A.D.-Cambitoglou A., First supplement to The red-figured vases of Apulia, University of London, Institute of Classical Studies, London 1983, p. 83; Lindner R., Der Raub der Persephone in der antiken Kunst, Konrad Triltsch, Wurzburg 1984, p. 27 n. 18; Lindner R.-Dahlinger S.C., ad vocem “Hades”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, vol. IV, tomo I, Artemis Verlag, Zurigo 1994, p. 384; Stojanov T., ad vocem “Hera”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, vol. IV, tomo I, Artemis Verlag, Zurigo 1994, p. 700.

Annotazioni redazionali: Questo largo ed alto lècythos appare molto vicino allo stile del Pittore di Dario. E, infatti, Trendall e Cambitoglou (1983) nonché la Lindner (1984) ipotizzano un’attribuzione al Pittore dell’Oltretomba, il più importante successore del Pittore di Dario. Potrebbero – continuano gli studiosi – essere stati giovani lavori della mano di questo pittore, quando ancora l’influenza del maestro era ancora molto forte.

Meno affollato del cratere di Basilea (cfr. scheda opera 06), anche questo lècythos presenta vari personaggi oltre ai due protagonisti: ma indubbiamente appare più interazione tra tutti loro.

In alto, a sinistra, vi sono Eros e Afrodite: la dea, seduta, sembra guardare compiaciuta il rapimento di Proserpina da parte di Ade. Eros, invece, allunga verso la dea uno specchio. La raffigurazione di questi divini madre e figlio, nell’ambito della descrizione di questo mito, verrà ripresa e avrà fortuna specialmente in alcune incisioni di corredo ai testi delle Metamorfosi di Ovidio o a sue eventuali interpretazioni.

Poco più a destra, Ade porta via Persefone sulla sua quadriga. Non appaiono gesti di violenza o forza: la giovane è semplicemente in piedi accanto al dio, quasi rassegnata dal suo destino. Ade, invece, non guarda la preda, ma indietro verso chi lo insegue.

Questa volta la quadriga viene guidata da un giovane cocchiero che indossa una clamide e un petaso. Si potrebbe pensare che sia Mercurio, che spesso si trova raffigurato, nelle opere antiche, durante il ratto di Persefone: ma mai lo si vede guidare il carro, quanto più indicare la via ad Ade, lui, dio protettore della velocità.

Proseguendo per il vaso, vi è Zeus, seduto con uno scettro e un fulmine, ed Era, anch’essa seduta con uno scettro.

Tornando alla faccia principale, qui in esame, si può scorgere Atena che guarda verso l’alto e più specificatamente verso Ade e Persefone sul carro.

Oltre ad Atena, è visibile la madre di Persefone, Demetra, rappresentata come la regina dei misteri eleusini, con in mano la classica torcia eleusina a quattro punte: anch’essa guarda, in atteggiamento accorato, verso la quadriga che sta correndo via. Ambedue hanno le mani alzate verso il dio in un atteggiamento accorato e nervoso, nel vano tentativo di fermarlo.

Infine, quattro Coribanti e un giovane che tiene una torcia in mano e una spada nel fodero: qui, sulla faccia principale, ne è visibile solo uno.

Elementi scenici riempiono il lècythos: , un cerbiatto che salta sulle rocce, piante fiorite, alberi e una piccola lepre, che richiamano il locus amoenus da cui il dio degli Inferi ha strappato Persefone.

Sul collo, invece, è raffigurata una figura alata che indossa un copricapo frigio, che salta da un acanto, tra alcune piante; giù sulla spalla del vaso, è visibile una donna dalla pelle candida, avvolta in un mantello rosso, in un prato fiorito. Attorno a lei, due Nikai: quella di sinistra siede su una specie di “scatola” e ha in mano uno xilofono; quella di destra siede invece su un più identificabile capitello ionico e tiene un nastro con entrambe le mani.

Se si osserva la maniglia del vaso, invece, si potranno notare maschere femminili, con capelli di color giallo e una pelle chiara, bianca.

Sullo stesso vaso, ma qui non visibili, sono anche raffigurati Zeus ed Hera..

 

Roberta Diglio