04: Ratto di Proserpina

Titolo dell'opera: Il ratto di Persefone

Autore:

Datazione: 340 a.C. ca.

Collocazione: Vergina, Tomba di Persefone, parete nord

Committenza:

Tipologia: pittura parietale

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Ade rapisce Persefone sul suo carro

Soggetto secondario: una compagna di Persefone si ritrae spaventata

Personaggi: Ade, Persefone, Ciane o Oceanide, Hermes

Attributi: carro, cavallo, scettro (Ade); caduceo, elmo (Hermes)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni: Il ratto di Proserpina, mosaico policromo, II-III sec. d.C., Roma, Palazzo dei Conservatori (cfr. scheda opera 09)

Immagini: http://www.theoi.com/image/F14.1Haides.jpg

Bibliografia: Hammond N.G.L., A History of Macedonia, I, Oxford 1972, pp. 156-158; Holscher T.-Kabus-Preisshofen R., Storia e civiltà dei Greci. La crisi della polis. Arte, religione, musica, 6, Bompiani, Milano 1979, pp. 707-719; Lindner R., Der Raub der Persephone in der antiken Kunst, Konrad Triltsch, Wurzburg 1984, pp. 30-34, 48, nn. 21, 50, 52, 86; Andronikos M., Verginia II. The "Tomb of Persephone", House of A. Petroulakis, Atene 1994; Cohen A., Art in the era of Alexander the Great. Paradigmes of Manhood and their cultural tradition, Cambridge University Press, New York 2010, pp. 187 sgg.

Annotazioni redazionali: Aigài, la più antica capitale della Macedonia, è stata identificata con le località di Palatitza e Vergina (Hammond, 1972). Nell'attuale Vergina sono presenti due tombe risalenti al IV secolo a.C., tra cui la tomba detta “di Persefone”. Scendendovi all'interno, si può notare che tre dei suoi quattro muri presentano una decorazione parietale, forse attribuibile a Nikomachos o alla sua bottega (Andronikos, 1994). Lo stato di conservazione delle pitture varia da parete a parete, ma quella nord - dove è presente l'affresco in esame - ne può vantare uno piuttosto buono. Il soggetto è facilmente comprensibile: si tratta del ratto di Persefone. Dopo la sua accurata pulitura - i lavori sono durati più di quattro anni – l'affresco può ora vantare una leggibilità più completa, nonostante gli inevitabili effetti del tempo. L'angolo di visuale è ribassato, dal momento che la quadriga viene raffigurata obliqua e di tre quarti, tanto da far assumere alle ruote una forma ellittica. Il dio ha la gamba sinistra sollevata e poggiata sul bordo del carro, mentre la destra rimane distesa sul fondale nell'atto di balzare su, con Persefone stretta a sé. Con la mano destra, invece, stringe sia le redini dei cavalli che il suo scettro. Il suo volto è ottimamente conservato: i capelli e la barba sono eseguiti con delle pennellate energiche e brevi, dalla maniera quasi "impressionistica" (Andronikos, 1994), e i suoi riccioli suggeriscono il movimento impulsivo verso la sinistra dello spettatore. Si possono notare, inoltre, le incisioni del disegno preliminare, fatto dall'artista stesso sul muro ancora fresco, che rivelano un grande studio per rendere al meglio il drammatico contrasto tra l'improvviso atto di violenza di Ade e l'espressione di Persefone totalmente presa alla sprovvista. Sicuramente, la pittura evoca la potenza maschile e l'impotenza femminile.

L'himation del dio copre anche il corpo della giovane che, inerme e disperata, alza le braccia al cielo chiedendo aiuto, in una particolare posizione obliqua che produce un contromovimento rispetto alla direzione del carro. La fanciulla indossa braccialetti e una collana, ma è nuda, e il suo volto è disegnato di tre quarti.

Dietro al carro, in una posizione di impotenza e incertezza, ma anche di paura, con il braccio e la mano a coprirsi la testa, una giovane ninfa, una delle compagne di Persefone, che assiste al rapimento. Il suo volto segue l'andamento quasi innaturalmente obliquo del torso che, a sua volta, segue il movimento della scena. La critica ha anche visto in questa fanciulla una rappresentazione di Ciane (Andronikos, 1994), oppure una delle figlie di Oceano che, come si legge nell'Inno a Demetra (Prosfc02), stavano raccogliendo fiori con lei (Lindner, 1984).

Come afferma Manolis Andronikos, infine, è probabile che l'interesse principale dell'artista fosse la composizione della scena e i suoi equilibri, e non la resa fedele della "realtà" del mito.

Più avanti, nello stesso muro della tomba, c’è anche Hermes, che risulta identificabile dal caduceo e dall’elmo, mentre apre la strada ai cavalli di Ade. Sulla parete orientale, invece, una figura seduta che si può identificare con Demetra, la madre di Persefone che andrà a cercare disperatamente la figlia, non appena saputo del rapimento da parte di Ade.

 

Roberta Diglio