
ICONOS - scheda opera 02
Titolo dell'opera: Dryope in arborem
Autore: Hans Vredeman de Vries (?)
Datazione: 1591 circa
Collocazione:
Committenza:
Tipologia: stampa
Tecnica: incisione su rame
Soggetto principale: Driope
Soggetto secondario:
Personaggi: Driope, Anfisso, Iole, Lotide in forma di albero, Andremone, Eurito
Attributi: corpo in forma di tronco di loto (Driope), rami di loto sulla testa (Driope); gocce di sangue dal ramo spezzato (Lotide in forma di albero)
Contesto: campestre
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: P. Ovidius Naso Metamorphoseon, Antwerpen 1591 (presso Joannes Moretus), p. 229
Bibliografia:
Annotazioni redazionali: Si tratta di una delle poche raffigurazioni di questo mito narrato da Ovidio nelle Metamorfosi (IX, 329-393). Driope, figlia di Eurito, re di Ecàlia, un tempo era stata posseduta da Apollo, di cui era rimasta incinta, ma poi si era felicemente sposata con Andremone, che aveva riconosciuto Anfisso come suo figlio. Assieme al bambino Driope era solita andare per i boschi a raccogliere fiori per farne ghirlande da offrire alle Ninfe. Ovidio racconta quindi di come un giorno, presso la riva di un lago, Driope avesse deciso di cogliere dei fiori da una pianta acquatica, il loto, per far divertire il figlioletto. La sorellastra Iole, che era con lei, quando vide del sangue uscire dal ramo staccato da Driope, si ricordò la storia di Lotide, ninfa che per sfuggire a Priapo che voleva unirsi a lei, si era trasformata in albero di loto, e capì che sotto quella corteccia si nascondeva appunto la ninfa. L’illustratore ha quindi raffigurato, sullo sfondo a sinistra, un albero di loto da cui Driope, con il figlioletto in braccio, ha spezzato un ramo, mentre Iole le indica le gocce di sangue, che le fanno tornare in mente la vicenda della ninfa Lotide. La narrazione ovidiana prosegue a questo punto con la metamorfosi di Driope in loto, come punizione per aver profanato un albero sacro, e l’incisore, infatti, fedele alla fonte, in primo piano ha fissato il momento della trasformazione in atto. La parte inferiore del corpo di Driope è già ricoperta di corteccia, mentre toccandosi la testa la fanciulla prende coscienza della sua metamorfosi, giacché si trova tra le mani delle foglie e non i suoi capelli. L’artista, poi, ha qui inserito anche il padre e il marito di Driope, rispettivamente Eurito e Andremone, che, preoccupati dalla sua lunga assenza, si erano recati a cercarla e l’avevano trovata ormai già trasformata. Eurito è raffigurato mentre assieme a Iole si aggrappa alle gambe di Driope, ormai tronco, come a voler impedire che la corteccia cresca anche sul resto del corpo; Andremone, invece, avvicina il figlioletto Anfisso al volto ancora umano della madre, per l’ultimo saluto.
Elisa Saviani