75: Piramo e Tisbe

Titolo dell’ opera: Piramo e Tisbe

Autore: Franςois Chauveau

Datazione: 1676

Collocazione: Isaac de Benserade, Métamorphoses d’Ovide en rondeaux, Paris 1676, p. 86

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: calcografia

Soggetto principale: la morte di Piramo e Tisbe

Soggetto secondario:  

Personaggi: Piramo, Tisbe, Cupido

Attributi: spada, moro (Piramo); velo, moro (Tisbe)

Contesto: paesaggio boschivo

Precedenti:

Derivazioni:

Immagine:

Bibliografia: Henkel M.D., Illustrierte Ausgaben von Ovids Metamorphosen im Xv., XVI. Und XVII. Jahrhundert in Vorträge der Bibliothek Warburg, VI, 1926/27, Leipzig-Berlin 1930, p. 137; Schmitt F. von Mühlenfels, Pyramus und Thisbe – Rezeptionstypen eines Ovidischen Stoffes in Literatur, Kunst und Musik, Carl Winter Universitätsverlag, Heidelberg 1972, pp. 80-81.

Annotazioni redazionali: questa incisione su rame di Franςois Chauveau può essere considerata una spiegazione alla parafrasi della prosa e dei versi di Isaac de Benserade, Métamorphoses d’Ovide en rondeaux. In questa opera troviamo le favole di Ovidio raffigurate con dei brevi commenti scritti: sulla pagina a sinistra i versi spiegano brevemente il mito mentre a destra, sotto l’incisione illustrante la favola, vi è la versione in prosa. Il paesaggio sullo sfondo è soltanto un bell’ornamento, l’attenzione è rivolta alla scena della morte di Tisbe. Nella posizione dei corpi della coppia, definita addirittura elegante ed armonica, si esprime la sensibilità dell’artista. Contrariamente a Wouwerman (Cfr. scheda opera 71), che raggiunge l’unità dell’effetto pittorico con l’intensa suggestione dell’elemento del quadro sfumato, Chauveau applica una corretta composizione, nella quale i singoli elementi sono rappresentati in un chiaro ordine. La rappresentazione di Cupido, che al momento della morte di Tisbe spezza la freccia, è molto ‘intenzionale’ anche se non ‘invadente’ nell’utilizzo dell’espressione del corpo, dato che corrisponde all’arte cortigiana del tempo di Luigi XVI. Accanto a Cupido si trova la sua faretra con frecce sparse e una torcia che si sta spegnendo: soltanto la morte porta alla fine dell’amore della coppia di innamorati, quindi è un trionfo dell’amore. Come afferma lo studioso Henkel M.D. (Henkel, 1930, p. 137) riguardo a Chauveau “è molto particolare per l’atteggiamento intellettuale di questi tardivi illustratori, dal momento che l’allegoria occupa in loro un così ampio spazio “.

Anna Cola