66: Piramo e Tisbe

Titolo dell’opera: Piramo e Tisbe

Autore:

Datazione: 1621

Collocazione: P.T.L. THRONUS CUPIDINIS, Editio tertia; Prioribus emandatior e multo auctior, Amsterodami, apud Wilhelmum Iansonium, 1620, Emblema 22, f. 4

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: Tisbe si lancia sopra la spada di Piramo per morire

Soggetto secondario: in lontananza una leonessa con il velo di Tisbe in bocca

Personaggi: Piramo, Tisbe, leonessa

Attributi: spada, moro (Piramo);velo, moro (Tisbe)

Contesto: paesaggio boschivo

Precedenti:

Derivazioni:  

Immagine: http://emblems.let.uu.nl/emblems/html/tc1620021.html           

Bibliografia: Seznec J., La sopravvivenza degli antichi dei. Saggio sul ruolo dellatradizione mitologica nella cultura e nell’arte rinascimentale, Bollati Boringhieri, Torino 1981, pp. 131-135

Annotazioni redazionali: gli emblemi, serie di figure simboliche, di solito accompagnate da un commento esplicativo, perseguivano il duplice scopo di costruire un sistema espressivo esoterico e di perseguire uno scopo didattico, rendere cioè accessibili a tutti massime più o meno moraleggianti. Andrea Alciati con il suo Emblematum liber, edito nel 1531, ne dà il prototipo. Il suo modello era rappresentato dagli Hieroglyphica di Orapollo Niloo, un oscuro alessandrino, che nel suo libro pretende di rivelare il significato dell’antica scrittura egizia. Il ruolo degli Hieroglyphica nella tradizione umanistica come nell’arte fu considerevole. Gli umanisti cercarono infatti di dare un equivalente moderno degli antichi geroglifici, intesi come crittogrammi dotati di un senso misterioso, con la letteratura emblematica. I protagonisti di questa sterminata letteratura emblematica sembrano essere proprio i personaggi della mitologia. Le immagini assolvono una funzione precisa, simboleggiano infatti un vizio o una virtù o traducono in immagini una verità morale. A volte gli emblemi risultano banali ma non deve stupire perché essi perseguono due fini: da una parte mirano a costruire un sistema espressivo esoterico ma dall’altra si propongono un fine didattico; quindi allo stesso tempo utilizzano un linguaggio ermetico e un linguaggio popolare. Nell’emblematica viene conciliata, fino a una completa identificazione, la mitologia pagana e l’insegnamento cristiano. Lo stesso Alciati ci presenta, accanto al Cupido lascivo, un Cupido pudico, che simboleggia l’Amore della Virtù, l’amore divino. L’illustrazione, con la scena della morte di Piramo e Tisbe, è accompagnata dal seguente emblema: “Persequar extinctum/ Persequar extinctum te, o Pyrame! qui tua rupit/ viscera mucro, iecur transeat ille meum.” (Mi accompagnerò a te estinto/ Mi accompagnerò a te estinto, o Piramo!/ La spada che squarciò le tue viscere,/ quella passi il mio cuore.)

Anna Cola