55: Piramo e Tisbe

Titolo dell’opera: Piramo e Tisbe

Autore: Virgil Solis

Datazione:

Collocazione: Berlin, Kupferstichkabinett, Staatliche Museen Preussischer Kulturbesitz

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: acquaforte(4,8 x 7,8 cm)

Soggetto principale: la morte di Piramo e Tisbe

Soggetto secondario:

Personaggi: Piramo, Tisbe, leonessa

Attributi: spada, moro (Piramo);velo, moro (Tisbe)

Contesto: paesaggio boschivo

Precedenti:

Derivazioni:

Immagine:

Bibliografia: Peters S. J., Virgil Solis. The illustrated Bartsch, vol. 9 (parte 2), Abaris Books, New York 1987, p. 63; Beaujean D., Hollstein’s German engravings, etchings and woodcuts 1400-1700. Virgil Solis (part III). Sound & Vision publishers, Rotterdam 2004, pp. XIII-XXIII, 216.   

Annotazioni redazionali: Virgil Solis fu uno dei più prolifici incisori a Norimberga nel XVI secolo. I suoi lavori grafici possono essere raggruppati approssimativamente in due categorie: stampe su singoli fogli e illustrazioni di libri, sebbene le stampe ad intaglio furono usate principalmente per la prima categoria e le xilografie per la seconda. Virgil Solis fu capace di assimilare e trasformare per le sue composizioni, le più diverse idee dalle fonti esterne; egli derivò le sue influenze stilistiche da artisti provenienti da Augsburg, la scuola del Danubio e naturalmente da Norimberga. Una stretta connessione con gli artisti della scuola del Danubio è illustrata chiaramente dalle xilografie, che rappresentano paesaggi spaziosi e figure dalla fisionomia delicata. Egli risentì dell’influenza di Albrecht Dürer nell’adozione di figure e motivi specifici. Fra gli artisti che lasciarono una traccia identificabile sui suoi lavori troviamo Sebastiano Serlio, Marcantonio Raimondi e Bernard Salomon. Fino al XVIII secolo xilografie di Solis, misuranti soltanto pochi centimetri, furono adattate dagli artisti per pitture, maioliche, monete e arazzi. Il monogramma di Virgil Solis, VS (di solito intrecciate), non è soltanto però il segno dell’artista ma il marchio della sua officina e non è facile distinguere la mano dei vari artisti che lavorarono con lui a Norimberga. Con tutta probabilità i figli di Solis, Nikolaus, Andreas, Virgil il Giovane e Hans, appartennero all’officina. Il fatto che si può documentare una particolare produzione di 1065 stampe su singoli fogli nei vari stati, come le tante numerose copie, sta ad indicare l’enorme successo di Virgil Solis e della sua officina. Questa acquaforte, di dimensioni minime, rappresenta la scena della morte dei due amanti, Piramo e Tisbe. I due protagonisti sono presentati in primissimo piano: Piramo è seduto in terra, con la schiena appoggiata al tronco dell’albero del moro, il braccio destro sopra ad una pietra, che reca il monogramma dell’artista, VS, mentre nella mano stringe un pugnale. Tisbe è quasi al centro dell’acquaforte: Virgil Solis la raffigura in piedi, mentre stringe anche lei il pugnale con il braccio destro, nell’atto di uccidersi. Questa iconografia risulta insolita perché entrambi hanno una spada, mentre nella iconografia canonica è la medesima spada di Piramo che viene utilizzata da Tisbe per uccidersi; sono però presenti gli elementi fondamentali della favola ovidiana, ossia il moro, la fontana e la leonessa con il velo tra le fauci.

Anna Cola