38: Piramo e Tisbe

Titolo dell’opera: Piramo e Tisbe 

Autore: Heinrich Aldegrever

Datazione: 1528

Collocazione: Monaco, Staatliche Graphische Sammlung

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia (23,3 cm di diametro)

Soggetto principale: Tisbe si dispera davanti al corpo morto di Piramo

Soggetto secondario:  

Personaggi: Piramo, Tisbe

Attributi: spada, moro (Piramo); velo, moro (Tisbe)

Contesto: paesaggio boschivo

Precedenti:

Derivazioni:

Immagine:

Bibliografia: Mielke U., The New Hollstein. German engravings, etchings and woodcuts 1400-1700. Heinrich Aldegrever, Holm Bevers and Christiane Wiebel, Rotterdam 1998, p. 247; Esther A., Cours d’histoire de la gravure – le nu dans l’estampe, Janvier 2004, nel portale www.ulg.ac.be

Annotazioni redazionali: Heinrich Aldegrever (Mielke, 1998, p. 247), incisore e disegnatore, fu il più importante artista grafico della Germania del Nord durante il XVI secolo. Nelle sue incisioni egli lavorò alla maniera di Dürer e fu attivo nella cittadina di Soest, che si trovava non distante dall’area del fiume Weser, dove l’impatto dell’arte rinascimentale in generale e dell’arte della stampa della Germania del Sud e dei Paesi Bassi fu grande. In questa incisione possiamo osservare la scena piena di pathos di Piramo e Tisbe; egli sceglie però una iconografia un po’ insolita perché non mostra il suicidio di Tisbe, che era la scena più rappresentata dagli artisti ma la disperazione di Tisbe quando vede il corpo esanime del suo amato Piramo. Si nota infatti l’originalità dell’autore anche nella scelta di rendere la scena contemporanea, vestendo i protagonisti con abiti dell’epoca. L’originalità di questo artista continua anche nell’altra incisione (Cfr. scheda opera 50) del 1553, in cui i due amanti vengono presentati, in un’iconografia insolita, completamente nudi. Nella xilografia del 1528 in secondo piano, dietro le spalle di Tisbe, vediamo l’albero del moro sul quale è inciso il monogramma dell’artista; in fondo, a sinistra, si vede una cittadina tipicamente tedesca, molto ben definita, in un paesaggio che spazia, mentre nell’incisione successiva del 1553 si nota ancora la città fortificata ma il paesaggio viene  reso in profondità. In tutte e due le opere osserviamo la presenza della fontana, elemento fondamentale di questa storia.

Anna Cola