
Titolo dell’ opera: Piramo e Tisbe
Autore: Lucas van Leyden
Datazione: 1514
Collocazione:
Committenza:
Tipologia: incisione
Tecnica: calcografia (11,9 x 16,2 cm)
Soggetto principale: la morte di Piramo e Tisbe
Soggetto secondario: in lontananza una leonessa
Personaggi: Piramo, Tisbe
Attributi: spada, moro (Piramo); velo, moro (Tisbe)
Contesto: paesaggio boschivo
Precedenti:
Derivazioni:
Immagine:
Bibliografia: Schmitt F. von Mühlenfels, Pyramus und Thisbe – Rezeptionstypen eines Ovidischen Stoffes in Literatur, Kunst und Musik, Carl Winter Universitätsverlag, Heidelberg 1972, pp. 79-80; Friedländer J. M., Lucas van Leyden and other Dutch Masters of His Time, The Netherlands, Brussels 1973, pp. 46-64; Muller D. S., Dutch Art. An Encyclopedia, Garland Publishing, New York 1997, p. 426;Kok Filedt J. P., The New Hollstein. Dutch & Flemish etchings, engravings and woodcuts 1450-1700. Lucas van Leyden, Ger Luijten, Sound & Vision interactive, Rotterdam 1996, pp. 8-31, 130.
Annotazioni redazionali: Lucas van Leyden fu un versatile pittore, disegnatore e incisore. La prima fama gli venne dalla abilità come incisore; la produzione di dipinti fu più limitata. Lo studioso Karel van Mander (Van Mander, 1936) lo descrive come un bambino prodigio “che sembrava essere nato con pennello e bulino in mano”. Lucas studiò dapprima con suo padre, Huygh Jacobsz, e poi con Cornelis Engebrechtsz. Nel 1521 si diresse ad Antwerp, dove conobbe l’opera di Albrecht Dürer (anche lui ad Antwerp nel 1520-21), che ispirò i suoi disegni con i ritratti e le stampe. Quasi tutte le stampe sono firmate sulla lastra con l’iniziale L; molte di esse sono anche datate. Dal 1508 fino all’ultima stampa, datata del 1530, è possibile tracciare lo sviluppo stilistico di Lucas van Leyden, quasi anno per anno. Van Mander afferma (Van Mander, 1604, fol. 212v. Cfr. Vos R., The life of Lucas van Leyden by Karel van Mander in Nederlands Kunsthistorisch Jaarboek , 29 (1978), pp. 468-469) nel suo Schilder-boeck del 1604 che Lucas van Leyden “non rilasciò mai qualche stampa al mondo che avesse qualche lieve difetto o imperfezione”. L’incisione su rame, che raffigura il mito di Piramo e Tisbe, è datata al 1514. Essa mostra un’iconografia ampiamente diffusa, la morte dei due amanti, anche se colpisce che i momenti successivi del racconto siano raggruppati in una composizione di immagini simultanee: la leonessa, sullo sfondo, si occupa del velo di Tisbe nel momento in cui Piramo giace già morto e Tisbe, accorsa con le vesti fluttuanti, si asciuga le lacrime del dolore con la mano destra, mentre decisa, con la mano sinistra, rivolge la punta della spada al cuore. Dietro i due giovani vi è rappresentata la fontana, sopra la quale è impresso il monogramma dell’artista e la data dell’incisione, 1514. Posta sulla sommità vi è la statua di Cupido, che tiene in mano un arco teso e suggerisce un’interpretazione dell’avvenimento come trionfo dell’amore.
Anna Cola