33: Piramo e Tisbe

Titolo dell’ opera: Piramo e Tisbe

Autore: Albrecht Altdorfer

Datazione: 1513

Collocazione: London, British Museum, Print Room

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia(11,9 x 9,7 cm)

Soggetto principale: la morte di Piramo

Soggetto secondario:  

Personaggi: Piramo, Tisbe

Attributi: spada, moro (Piramo); velo, moro (Tisbe)

Contesto: paesaggio boschivo

Precedenti:

Derivazioni:

Immagine:

Bibliografia: Ficker F., Altdorfer, Arnoldo Mondadori, Milano 1977, pp. 22-30; Koch A. R., Albrecht Altdorfer. The illustrated Bartsch, vol. 8 (parte 1), Abaris Books, New York 1980, p. 167; Schmitt F. von Mühlenfels, Pyramus und Thisbe – Rezeptionstypen eines Ovidischen Stoffes in Literatur, Kunst und Musik, Carl Winter Universitätsverlag, Heidelberg 1972, pp. 103-104; Davidson Reid J. – Rohmann C., The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York- Oxford 1993, p. 963; Mielke U., The New Hollstein. German engravings, etchings and woodcuts 1400-1700. Albrecht and Erhard Altdorfer, Holm Bevers and Ger Luijten, Sound & Vision interactive, Rotterdam 1997, p. 142.

Annotazioni redazionali: il merito principale diAlbrecht Altdorfer (Ficker, 1977, pp. 22-30)sta nella scoperta del paesaggio e nell’averlo introdotto nella pittura e nella grafica come soggetto autonomo della rappresentazione. A lui si devono i primi quadri di paesaggio, ai quali si può attribuire il carattere di lavoro compiuto autonomo. E in tal senso le sue acqueforti di paesaggi vanno considerate come fogli dal valore di quadri. Le figure umane sono ritratte in dimensioni naturali rispetto all’ambiente nel quale sono inserite armonicamente. L’uomo viene incluso quale componente nella dinamica cosmica del divenire e del dissolversi e si ha la sensazione che rappresenti solo il necessario pretesto per consentire ai contemporanei di accettare quel modo nuovo, inconsueto di rappresentare il paesaggio. Accanto ai temi cristiani compare l’antica mitologia pagana come contenuto di pari valore. La scuola danubiana si rivela come qualcosa di nuovo non solamente riguardo al contenuto ma anche per la forma e l’esecuzione tecnica. La linea diventa la caratteristica essenziale, che si evidenzia soprattutto nei disegni; il lavoro di tratteggio è più di una semplice delimitazione delle forme, divenendo espressione contemporaneamente di sensazioni collettive e della singola personalità dell’artista. La sua modernità si rivela anche nelle composizioni figurative con temi cristiani o antico-mitologici. In questa xilografia del 1513 troviamo il tema più diffuso della nostra rappresentazione: la fanciulla, in un atteggiamento di preghiera a mani giunte, è piegata verso il corpo esanime di Piramo, che giace supino su una sorta di pietra. Su di essa vi è, probabilmente, il velo di Tisbe che sembra quasi uscire dai margini della xilografia. Piramo mostra una posizione innaturale per un cadavere, poiché ha la gamba sinistra piegata, appoggiata al basamento; al centro del petto vi è conficcata la sua spada mentre tra le gambe vediamo spuntare il fodero. I due protagonisti sono vestiti con gli abiti dell’epoca. La scena ha un’ambientazione abbastanza insolita: a fare da sfondo all’evento tragico vi è una sorta di antro, definito da un estradosso sul quale vi è una piccola targa, che reca il monogramma dell’artista. A sinistra si apre uno squarcio di paesaggio nordico.

Anna Cola