23: Piramo e Tisbe

Titolo dell’opera: Piramo e Tisbe

Autore: Loyset Liédet

Datazione: 1461

Collocazione: Bruxelles, Bibliothèque Royale, manoscritto dell’Epitre d’Othéa di Christine de Pisan, Ms. 9392

Committenza:

Tipologia: illustrazione 

Tecnica: miniatura

Soggetto principale: Tisbe si dispera alla vista di Piramo, che si sta uccidendo

Soggetto secondario: Tisbevede una leonessa; Tisbe si porta al petto la spada di Piramo

Personaggi: Piramo, Tisbe, leonessa

Attributi: spada, moro (Piramo); velo, moro (Tisbe)

Contesto: paesaggio boschivo

Precedenti:

Derivazioni: autore anonimo, Piramo e Tisbe, in Colard Mansion, Ovide Moralisé, Bruges 1484

Immagine:

Bibliografia: Schmitt F. von Mühlenfels, Pyramus und Thisbe – Rezeptionstypen eines Ovidischen Stoffes in Literatur, Kunst und Musik, Carl Winter Universitätsverlag, Heidelberg 1972, pp. 99-100; Carrara E., Mitologia antica in un trattato didattico-allegorico della fine del Medioevo: l’ “Epistre d’Othéa” diChristine de Pizan, in Prospettiva, 66, 1992, pp. 67-81; de Pizan C., l’Epithre d’Othéa, edition critique par Gabriella Parussa, Genève 1999, pp. 17, 253-255.

Annotazioni redazionali: questa miniatura appartiene al ms. 9392 della Bibliothèque Royale di Bruxelles dell’Epitre d’Othéa di Christine de Pisan, opera di un artista francese, Loyset Liédet, il miniaturista più creativo della corte di Borgogna. L’opera riassume le due tendenze che hanno distinto la produzione di Christine: da una parte l’interesse per le storie mitologiche, dall’altra la volontà di fare una lezione di morale; la scrittrice infatti vuole indicare ad un cavaliere l’atteggiamento che deve tenere per riuscire ad essere virtuoso. La scena (Schmitt-von Mühlenfels, 1972, pp. 99-100) si svolge vicino ad una fontana ed ha un andamento narrativo: presenta i diversi momenti della storia uno accanto all’altro. A sinistra della fontana Tisbe sta per fuggire dalla leonessa; alla destra della fontana la leonessa dilania e sporca il suo velo. In primo piano, a destra, Piramo si pugnala mentre scorre sangue dalla ferita sul terreno; Tisbe è lì accanto con le braccia alzate e con la bocca aperta dallo spavento; sullo sfondo la fanciulla tiene con entrambe le mani la spada del suo amato, pronta ad uccidersi. Non troviamo qui la solita iconografia di Piramo giacente a terra morto. I personaggi sono calati nella realtà dell’epoca, indossano abiti alla franzese, cioè abiti del Quattrocento e sono privati di qualsiasi attributo classico. Si tratta di una raffigurazione alquanto originale del mito ed evidenzia come a questa data, in una realtà come quella francese, si fosse ancora lontani da un recupero, anche minimo, della forma classica antica.

Anna Cola