16: Piramo e Tisbe

Titolo dell’opera: Piramo e Tisbe

Autore:

Datazione: 1385 ca.

Collocazione: Lione, Bibliothèque Municipale, manoscritto dell’Ovide Moralisè, Ms. 742 f. 55v- 56

Committenza:

Tipologia: miniatura

Tecnica: acquerello

Soggetto principale: Piramo offre dei fiori a Tisbe

Soggetto secondario:           

Personaggi: Piramo, Tisbe

Attributi: velo (Tisbe)

Contesto: paesaggio boschivo

Precedenti:

Derivazioni:  

Immagine: http://sgedh.si.bm-lyon.fr/dipweb2/phot/enlum.htm

Bibliografia: Paris G., Chrétien Legouais et autres traducteurs ou imitateurs d’Ovide, Imprimerie Nationale, Parigi 1885, pp. 3-73 ; De Boer C.- Saint J. T. M., Ovide Moralisé, Amsterdam 1915; Cotton F.,Les manuscrits a peintures de la Bibliothèque de Lyon. Essai de catalogue, in “Gazette des Beaux-Arts”, LVX, 1965, pp. 265-267;Seznec J., La sopravvivenza degli antichi dei, Boringhieri, Torino 2001, p. 138.

Annotazioni redazionali: L’Ovide moralisé, insieme all’Ovidius moralizatus, è uno dei testi fondamentali, nonché i più illustrati, in cui si definisce la tradizione in chiave allegorica cristiana delle Metamorfosi di Ovidio. L’autore dell’Ovide moralisé dà infatti alla storia di Piramo e Tisbe una chiave di lettura finalistico-teologica: il Dio dei cieli, che volle scendere su questo mondo pieno di miserie e abbassare la sua divinità prendendo l’aspetto umano e diventando uomo per salvarci, fu appeso ad una croce. E per memoria della sua Passione, per il suo amore, si devono pazientemente sopportare le afflizioni e si deve fare penitenza, compiendo le opere buone per salvarci dal peccato, come gli altri gloriosi santi e martiri. Così Piramo e Tisbe si comportano da perfetti amanti perché uno non voleva trovarsi in Paradiso, al cospetto del re dei cieli, se l’altro non fosse stato con lui. Questa miniatura è conservata a Lione, dove la Biblioteca Municipale possiede una ricca collezione di manoscritti, databili a partire dal IX secolo, ed appartiene ad un manoscritto dell’Ovide Moralisè, che si ritiene sia stato composto da Chretien Legouais nella prima metà del XIV secolo. In un paesaggio quasi fiabesco viene raffigurato Piramo, che offre dei fiori a Tisbe. Tale miniatura ci presenta per la prima volta l’incontro felice dei due amanti, raffigurati con gli abiti tipicamente medievali: lei indossa una tunica, acquerellata con un rosa molto tenue mentre Piramo la classica calzamaglia e il mantello dalle sfumature celesti che gli arriva alle ginocchia. Come afferma Jean Seznec (Seznec, 2001, p. 138): “dovremmo leggere una lezione o un sermone edificante, dietro quelle immaginette, incantevoli per freschezza e malizia, che accompagnano i manoscritti dell’Ovide moralisé”. 

Anna Cola