03: Piramo e Tisbe

Titolo dell’opera: Piramo e Tisbe

Autore:

Datazione: I secolo d. C. -  IV stile

Collocazione: Pompei, Casa della Venere in bikini, I, 11, 6.7, ambiente a sud-est dell’atrio

Committenza:

Tipologia: dipinto (71 x 75 cm)

Tecnica: affresco

Soggetto principale: la morte di Piramo e Tisbe

Soggetto secondario: in lontananza una leonessa fugge

Personaggi: Piramo, Tisbe, leonessa

Attributi: spada, mantello, moro (Piramo); velo, moro (Tisbe)

Contesto: paesaggio boschivo

Precedenti:

Derivazioni:

Immagine: Baldassarre I., Piramo e Thisbe: dal mito all’immagine in L’art décoratiƒ à Rome (1981), p. 349, fig. 3.

Bibliografia: Baldassarre I., Piramo  e Thisbe: dal mito all’immagine in L’art décoratiƒ à Rome (1981), pp.341-342; Pompei. Pitture e Mosaici, vol. II, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma 1990, pp. 526, 540-541, fig. 20, 22;Linant de Bellefonds P., in “Lexicon Iconographicum Mythologiae classicae, Artemis,  vol. VII/1, Zurigo-Monaco 1994, p. 606.

Annotazioni redazionali: questo mito, ispirato al testo ovidiano, ritorna a Pompei quattro volte su pareti di III stile finale e di IV stile (Cfr. schede opera 01 e scheda opera 02), con varianti dipendenti verosimilmente da un unico archetipo. La pittura murale della Casa della Venere in bikini è definita la più vicina all’originale per lo schema insieme più elaborato e più sciolto (Baldassarre Ida, 1981, pp. 341-342). In questo affresco vediamo Piramo nudo, disteso a terra, con le gambe piegate, il viso rovesciato, il braccio destro alzato, vicino al braccio sinistro il fodero della sua spada. Inginocchiata presso di lui, Tisbe seminuda si trafigge il petto con la spada. Sul fondo, a sinistra, una leonessa trascina un lembo di tessuto. La pittura è ora quasi illeggibile ma se ne può ricostruire meglio lo schema sulla base di una fotografia del Museo Nazionale di Napoli, eseguita al momento del rinvenimento, senza data. In questa pittura murale, molto vicina per lo schema compositivo alle precedenti, non vi è però la presenza né dell’albero del moro né del sepolcro di Nino; a sinistra tuttavia la presenza della leonessa, che trascina il velo di Tisbe, ricorda il passo ovidiano. Il corpo di Piramo (Baldassarre Ida, 1981, p. 342) forma una diagonale verso l’interno del quadro, in modo tale da creare una fusione con l’ambiente circostante; la sua testa, in primo piano, rovesciata verso lo spettatore con un abile scorcio, permette di evidenziare i tratti del volto e la morte è rappresentata più con l’abbandono che con la rigidezza delle membra mentre la postura del corpo con le gambe piegate ricorda gli schemi dei caduti in scene di battaglia. La posizione di Piramo condiziona la quasi frontalità della figura di Tisbe, inginocchiata presso di lui, mentre si punta la spada al petto.

Anna Cola