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386 d.C.

SANT’AGOSTINO, De Ordine, La razionalità che non dipende dall’uomo, 3, 8; 8, 21; 63

Testo tratto da: http://www.augustinus.it/italiano/ordine/index2.htm

 

3.8 - i progressi di Licenzio e la gioia di Agostino

Temetti che travolto dalla passione di far versi si allontanasse dall’applicazione alla filosofia. “Mi dispiace, gli dissi, che vai in cerca di codesti tuoi versi cantando e urlando con forme metriche di ogni genere. Stanno levando fra te e la verità un muro più insormontabile di quello levato fra gli innamorati della tua favola. Essi almeno comunicavano attraverso una fessura”. Aveva infatti cominciato a cantar la favola di Piramo.

8.21 - Licenzio rinuncia alla poesia

“…comunque non ho perplessità nel confessarvi che all’improvviso son diventato apatico verso la poesia: un non so che mi si è manifestato con ben altra luce. E’ più bella, lo confesso, la filosofia che Tisbe e Piramo, che Venere e Cupido ed altri soggetti amorosi del genere” E con un sospiro ringraziò Cristo. Ed io ascoltai queste parole, mi limito a dire, con piacere. Ma perché non dovrei dirlo? La prenda ciascuno come vorrà, non m’importa. Ero soprafatto dalla gioia.”

 

Testo tratto da: Agostino Aurelio, De Ordine, a cura di P. Knoll, Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum, Wien-Leipzig 1922, vol. 63, p. 37

63. Vade ergo interim ad illas Musas. Verum tamen scis, quid te facere velim? – Jube, ait [ sc.Licentius], quod placet. - Ubi se, inquam, Pyramus et illa super invicem, ut cantaturus es, interemerint, in dolore ipso, quo tuum carmen vehementius inflammari decet, habes commodissimam opportunitatem. Arripe illius foedae libidinis et incendiorum venenatorum execrationem, quibus miseranda illa contingunt, deinde totus adtollere in laudem puri et sinceri amoris, quo animae dotatae disciplinis et virtute formosae copulantur intellectui per philosophiam et non solum mortem fugiunt verum etiam vita beatissima perfruuntur.