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IV sec. d.C.

TEMISTIO DI BITINIA, Discorsi, XI

Testo tratto da: Temistio di Bitinia, Discorsi, a cura di Riccardo Malsano, UTET, Torino 1995

[14] So che tu stesso ti compiaci di individuare i corsi d’acqua e il loro percorso: essi scorrono sotto la tua guida e sono condotti verso il Bosforo. Hanno nomi traci e maschili, ma lo loro beltà ha una straordinaria delicatezza e splendore. Viene voglia di dire che Pirene e Tisbe sono piccola cosa al confronto, e che Alfeo si diede da fare invano per amore di Aretusa. Non ho visto alate Vittorie e Amori scolpiti in pietra o in bronzo o dipinti: Dio ha dato ali veloci soltanto alle virtù del principe, e più veloci del pensiero esse giungono a noi, e rocce e valli, cime di monti scoscesi, aspri dirupi e baratri oscuri non riescono a fermarle. Con un percorso sotterraneo, con aggiramenti o aerei voli esse si sono raccolte in un sol luogo e si sono mescolate, stringendo il patto di andare insieme al santuario cha da Costantino prende il nome ma in realtà è ormai di Valente, perché è giusto che di ogni iniziativa il merito sia attribuito non a chi la intraprende, ma a chi la porta a termine. Tu però che sei colui che al benessere di questa città ha dato sia l’inizio che il compimento. Dapprima c’era un falso benessere, e noi usavamo la parola ‘felicità’ parlando con leggerezza; ma da quando la tua generosa liberalità chiama a raccolta le acque e le conduce nelle nostre case noi siamo non una, ma tre volte felici.