220-230 ca. d.C.
PSEUDO-CLEMENTE, Recognitiones, X, 26
Testo tratto da: Pseudo-Clemente, Recognitiones, a cura di S. Cola, Città nuova editrice, Roma 1993, pp. 5-18, 83
[26.3] Bisogna inoltre aggiungere che anche i poeti hanno abbellito con eleganza letteraria quelle false finzioni, e hanno persuaso col loro dolce stile che da mortali sarebbero diventati immortali. Dirò meglio: che da uomini sono diventati stelle, alberi, animali, fiori, uccelli, sorgenti e fiumi. Insomma, per non apparire prolisso, potrei fare un elenco di quasi tutte le stelle, alberi, sorgenti e fiumi in cui quegli uomini si sono tramutati, ma mi limito a ricordare a mo’ di esempio un caso per ogni tipo. Dicono che Andromeda, figlia di Cefeo, si è mutata in stella; Danae, figlia del fiume Ladone, in albero; Giacinto, l’amato di Apollo, in fiore; Callisto nella costellazione detta Orsa; Procne e Filomela, con Tereo, in uccelli ; Tisbe della Cilicia e Piramo, suo conterraneo, cambiati rispettivamente in sorgente e in fiume. Ma quasi tutte le stelle, ripeto, e gli alberi e le sorgenti e i fiumi e i fiori e gli animali e gli uccelli essi affermano che un tempo erano stati uomini.