Titolo dell’opera: Perseo decapita Medusa
Autore: Annibale Carracci
Datazione: 1599
Collocazione: Roma, Palazzo Farnese, Camerino, lunetta della parete nord
Committenza: Odoardo Farnese
Tipologia: dipinto
Tecnica: affresco
Soggetto principale: Perseo decapita Medusa con l’aiuto di Minerva e Mercurio
Soggetto secondario: le due Gorgoni, sorelle di Medusa, dormono
Personaggi: Perseo, Medusa, Minerva, Mercurio, Gorgoni
Attributi: calzari alati, spada, elmo (Perseo); testa anguicrinita (Medusa); pètaso e caduceo (Mercurio);elmo, lancia e scudo (Minerva); teste anguicrinite (Gorgoni)
Contesto: paesaggio campestre
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Mahon D., Studies in Seicento Art and Theory, Londra 1947; Dempsey C., Annibale Carracci: Palazzo Farnese, Società Editrice Internazionale, Torino 1955; Martin S.R., Immagini della virtù: the paintings of Camerino Farnese, in “The Art Bulletin”, 38, 1956, pp. 79-82; Quaranta E., Influenze probabili del Polifilo sugli affreschi dei Carracci in Palazzo Farnese, Firenze 1957; L’opera completa di Annibale Carracci, a cura di Malafrina G., Rizzoli Editore, Milano 1976; Ginzburg Carignani S., Annibale Carracci a Roma: gli affreschi di Palazzo Farnese, Donzelli, Roma 2000; Mozzetti F., Il Camerino Farnese di Annibale Carracci, in “Mèlanges de l’ècole francaise de Rome”, 114, 2002; Annibale Carracci, a cura di Benati D., Riccomini E., Electa, Milano 2006
Annotazioni redazionali: Il Camerino è una piccola camera coperta da una volta a botte inframmezzata da sei vele triangolari e da sei lunette semicircolari con scene mitologiche ed allegoriche. La grande fama di questo ambiente presso i contemporanei fu dovuta soprattutto agli stupendi monocromi che, imitando ad affresco diverse varietà di stucchi, incorniciano i colorati dipinti. Indiscutibili modelli di riferimento, proprio per la decorazione monocroma, dovettero essere alcuni famosi prototipi dell’Italia settentrionale come la “Camera degli Sposi” del Mantenga o le volte del Correggio a Parma. Il Camerino, considerato un’opera di passaggio dalla giovinezza bolognese alla maturità romana, per il perdurare di un certo sapore lombardo e per il naturalismo dei chiaroscuri correggeschi, fu messo in relazione dal Martin (1956) con alcune lettere relative ad una decorazione in corso nel Palazzo verso la metà del 1595. Secondo i più recenti studi della Ginzburg Carignani (2000), proprio lo stile di Annibale non consente questa datazione precoce. Le variazioni stilistiche presenti nel ciclo di affreschi sono da imputare alla storia dell’esecuzione e della sua conservazione. Questa nuova interpretazione attribuisce il progetto degli affeschi ai due fratelli, Annibale e Agostino, ai quali, nella traduzione dei disegni in affresco, è da aggiunge la mano di un collaboratore, Innocenzo Tacconi. Una devastante ripulitura avvenuta durante la seconda guerra mondiale ha compromesso la perfetta leggibilità di buona parte degli affreschi. Inoltre i raffronti stilistici con opere databili tra 1599 e il 1600 possono confermare che la decorazione del Camerino fu eseguita nel corso del 1599, durante la pausa del cantiere della Galleria. L’affresco con Perseo e Medusa si trova in una delle lunette, esattamente sulla parete Nord. Tema unificante di tutte le pitture del Camerino è La virtù, che si snoda a partire dal quadro centrale del soffitto raffigurante Ercole al bivio; la tematica è volto a celebrare il cardinale Odoardo, presentato come “novello Ercole” che, scegliendo la via della virtù, la pratica nelle sue forme, attiva e contemplativa. Martin, che ha studiato molto a fondo le decorazioni del Camerino, avanza l’ipotesi per cui l’estensione del programma figurativo si avvalesse sia della tradizione mitologica sia di quella classica tramandata da monete, statue, rilievi antichi. Proprio per la fisionomia dalla Medusa lo stesso Martin ci rimanda al gruppo delle Niobidi che si trovavano a Villa Medici. L’autore del programma iconografico è stato individuato in Fulvio Orsini, erudito filologo e antiquario al servizio dei Farnese che possedeva una grande raccolta di gemme e monete antiche, dalle quali Annibale potrebbe aver tratto alcuni spunti. In tutti gli affreschi c’è sempre la citazione dell’intervento divino, per sottolineare la vittoria raggiunta con l’aiuto degli Dei: in questo affresco infatti sono presenti Mercurio e Minerva. Nella vela sottostante Perseo e Medusa c’è una raffigurazione della Sicurezza: virtù ottenuta con la decapitazione della Gorgone.
Dario Iacolina