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V sec.

FULGENZIO, Mitologie, Libro I, XXI, La favola di Perseo e delle Gorgoni

 

Dicono che Perseo fu l’uccisore della Gorgone Medusa. Credono che ci siano tre Gorgoni – la prima Steno; la seconda, Euriale; la terza, Medusa – e poiché la loro storia è stata scritta da Lucano e Ovidio, poeti ampiamente conosciuti nelle prime tappe educative con i maestri di scuola, ho ritenuto superfluo ripetere il racconto per intero. Teocnido, lo storico dell’antichità, riporta che c’era un Re Forcide, che lasciò le sue tre figlie in ricchezza. Di queste, Medusa, che era la più potente, accrebbe la sua ricchezza grazie alla sua amministrazione, alle coltivazioni e al lavoro dei campi; di qui, è chiamata Gorgo, che sta per georgico, perché in greco georgi è il nome dell’agricoltore. Viene anche descritta con una testa serpentina perché era la più astuta. Perseo, che bramava i suoi ricchi possedimenti, la uccise (è definito alato perché arrivò in nave); e portando via il suo capo, cioè, le sue sostanze divenne ricchissimo, assicurandosi i suoi vasti territori. Poi, invadendo il regno di Atlante, costrinse quest’ultimo a cercare rifugio in una montagna, di qui si dice che è stato stato trasformato in una montagna dalla testa della Gorgone, ossia dalle sue sostanze. Ma lasciatemi spiegare che cosa i Greci, inclini al ricamo come sono, intendessero con questa invenzione riccamente lavorata. Volevano significare tre Gorgoni, e cioè i tre tipi di terrore: il primo terrore è infatti quello che indebolisce la mente; il secondo, quello che riempie la mente di terrore; il terzo quello che non solo si rafforza nella mente ma che mostra anche la tristezza sul volto. Da questo concetto le tre Gorgoni ricevettero i loro nomi: la prima, Steno, perché stenno è il termine greco per indebolimento, da cui astenian, astenia; la seconda, Euriale, e cioè ampia distesa, da cui Omero disse “Troia con le sua ampie strade”, poi Medusa, meidusam, perché non può essere osservata. Così Perseo con l’aiuto di Minerva, ossia la virilità aiutata dalla sapienza, distrusse questi terrori. Volò via con il viso distolto perché la virilità non prende mai in considerazione il terrore. Si dice anche che aveva con sé uno specchio, perché il terrore è riflesso non solo nel cuore, ma anche nell’aspetto esteriore. Dal suo [di Medusa] sangue si dice che è nato Pegaso, modellato nella forma della fama; di qui si dice che Pegaso abbia ali, perché la fama è alata. Così anche Tiberiano dice: 'Pegaso che si avvicina attraverso l’aere'. Viene anche descritto come colui che ha creato una fonte per le Muse con il suo zoccolo, perché le Muse seguono il loro metodo per descrivere la fama degli eroi oppure indicano quello degli antichi.