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II sec. d.C.

LUCIANO, Racconti Fantastici, I patiti della menzogna ovvero lo scettico

 

22. «E allora sta' a sentire - ci sono anche dei testimoni - quello che ho visto con i miei occhi cinque anni fa», ha ribattuto Eucrate. «Era la stagione della vendemmia, e, a mezzogiorno, ho lasciato i vendemmiatori nel mio podere e me ne sono andato via, da solo, nel bosco, immerso in non so quali pensieri e meditazioni. Ero nel folto della macchia quando per prima cosa mi è giunto all'orecchio un abbaiare di cani (immaginavo fosse Mnasone, mio figlio, che, come suo solito, si divertiva ad andare a caccia nel fitto della boscaglia con gli amici). Non era così, però: infatti, poco dopo, accompagnata da un terremoto e da un boato come di tuono, ecco apparire e avvicinarsi una donna dall'aspetto spaventoso, alta almeno 90 metri. Teneva una torcia accesa nella mano sinistra e nella destra una spada che sarà stata lunga 10 metri; la parte inferiore del corpo non terminava con dei piedi, ma con dei rettili e di sopra assomigliava a una Gorgone, per lo sguardo e le fattezze terrificanti; al posto dei capelli aveva dei serpentelli che le scendevano a mo' di riccioli tutt'intorno al collo, e alcuni le si avvolgevano in spire fin sulle spalle. Vedete bene, amici», conclude, «come ancora adesso, mentre lo racconto, mi viene la pelle d'oca».

23. E così dicendo, Eucrate ci faceva vedere i peli del braccio, realmente ritti per la paura. E gli altri intorno, Ione, Dinomaco e Cleodemo, a bocca aperta, pendevano dalle sue labbra - stupidi vecchi menati per il naso - che a momenti si gettavano a terra in adorazione di un gigante così incredibile, una donna di 90 metri, una specie di spauracchio colossale. Io invece, per parte mia, consideravo nel frattempo che uomini siano, sotto sotto, questi celebrati personaggi, che vivono in mezzo ai giovani per insegnare loro la saggezza, circondati dall'ammirazione e dal rispetto generale: diversi dai marmocchi solo per la testa bianca e per la barba lunga, ma per il resto anche più dei bambini pronti a lasciarsi abbindolare dalle bugie.