II sec. d.C.
LUCIANO, Dialoghi Marini, 14 Tritone e Nereidi
TRITONE
Quel vostro mostro marino, Nereidi, quello che mandaste contro la figlia di Cefeo, Andromeda, alla fanciulla non ha fatto alcun male, come potreste pensare, ed è già morto lui addirittura.
NEREIDI
Per mano di chi, Tritone? È stato forse Cefeo che, esposta la ragazza come esca, l'ha ucciso d'assalto, dopo essersi messo con forze ingenti all'agguato?
TRITONE
No. Ma immagino, Ifianassa, che voi sappiate di Perseo, il bambino di Danae, quello che insieme alla madre fu gettato in mare dal nonno dentro a una cassa e voi ne avete avuto pietà e lo avete salvato.
IFIANASSA
So di chi parli. Sarà un giovanotto ormai e di aspetto davvero nobile e bello.
TRITONE
È lui che ha ucciso il mostro.
IFIANASSA
Perché mai, Tritone? Non era certo questa la ricompensa che ci doveva per averlo salvato.
TRITONE
Vi spiegherò tutto io, com'è successo. Lui fu mandato contro le Gorgoni, a compiere un atto di valore per il re, e quando arrivò in Libia...
IFIANASSA
Come, Tritone? Da solo? O portava con sé altri ad aiutarlo? Un viaggio difficile altrimenti.
TRITONE
Ha viaggiato per aria, perché Atena lo aveva fornito di ali. Quando, dunque, giunse dove vivevano, quelle dormivano, penso, e lui tagliò la testa a Medusa e se n'andò via in volo.
IFIANASSA
Ma per vederle, come fece? Non si possono guardare infatti, o chi le vede non potrebbe vedere altro dopo di loro.
TRITONE
Atena, mostrandogli lo scudo – così ho sentito che lui raccontava ad Andromeda e, più tardi, a Cefeo – Atena dunque, sullo scudo risplendente, come su uno specchio, gli fece vedere l'immagine di Medusa e allora lui, presala con la sinistra per i capelli, con l'occhio fisso alla sua immagine, tenendo nella destra la scimitarra, le tagliò la testa e, prima che si svegliassero le sorelle, se ne volò via. Quando poi fu sopra la costa, qui, dell'Etiopia e ormai volava basso, vede Andromeda che giace incatenata su di una roccia sporgente, bellissima, dei del cielo!, con le chiome disciolte e mezza nuda ben al di sotto dei seni. Dapprima, commiserando la sua sorte, le domandava la ragione della condanna, ma a poco a poco preso d'amore – era destino che la fanciulla si salvasse – decise d'aiutarla. E quando il mostro avanzò, orrendo, per inghiottire Andromeda, il giovane, levatosi in aria con la scimitarra in pugno, con una mano cala fendenti e con l'altra, mostrando la Gorgone, lo impietriva. E quello morì e insieme restò irrigidito nella maggior parte del corpo, la parte che vide Medusa. Lui, allora, sciolse le catene della vergine e, porgendole la mano, la sostenne mentre in punta di piedi scendeva dalla roccia che era scivolosa; ed ora la fa sua sposa in casa di Cefeo e la condurrà ad Argo: sicché, invece della morte, s'è ritrovata un matrimonio, e non il primo che capita.
IFIANASSA
A me l'accaduto non dispiace per niente. Che torto ci ha fatto la fanciulla se sua madre era piena di superbia e pretendeva d'essere più bella?
DORIDE
Ma così si sarebbe addolorata per la figlia, lei che era sua madre.
IFIANASSA
Non stiamo più a rivangare quelle cose, Doride, se una donna barbara ha cianciato ben al di là del giusto. È abbastanza la pena che ci ha pagato, la paura per la figlia. Rallegriamoci dunque per le nozze.