Medfc20

8-12 d.C.

OVIDIO, Tristia, IV, 7

 

Due volte mi ha visitato il sole dopo i freddi della gelida

bruma e due volte, toccati i Pesci, ha compiuto il suo giro

In così lungo tempo perché la tua destra

non mi è stata cortese anche di solo due righe?

Perché è cessata la tua fedeltà mentre mi scrivevano

altri coi quali non profonda era la mia amicizia?

Perché ogni volta che ho tolto i suggelli a una lettera

ho sperato che essa portasse il tuo nome?

Facciano gli dèi che spesso la tua destra mi abbia scritto

una lettera, ma che di tante nessuna mi sia pervenuta!

Questo che mi auguro è chiaro che è vero: mi sarebbe più facile

credere al volto della Gorgone Medusa chiuso in una chioma

di serpi, ai cani sotto il ventre di una vergine, a Chimera

che con le fiamme separa la leonessa dal truce serpente,

ai quadrupedi che hanno il petto unito al petto di un uomo

e all'uomo dai tre corpi e al cane dalle tre teste

e alla Sfinge e alle Arpie e agli anguipedi Giganti

e a Gia dalle cento braccia e all'uomo mezzo toro.

Mi è più facile credere a tutti questi mostri, o carissimo,

piuttosto che tu sia cambiato e abbia perduto l'affetto per me.

Innumerevoli monti fra me e te e strade

e fiumi e campi e non pochi mari si stendono.

Per mille motivi le lettere che tu mi hai spedito

in gran numero, possono giungere rare nelle mie mani.

Vinci tuttavia questi mille ostacoli scrivendomi spesso,

perché non ti debba, o amico, sempre scusare.