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60-30 a.C.

DIODORO SICULO, Biblioteca storica, III, 52-55

 

52. Delucidate queste cose, sarebbe appropriato rispetto ai luoghi di cui si è parlato in precedenza trattare i racconti sulle Amazzoni che anticamente vissero nella Libia. Dunque, i più ritengono che quelle che si dice abitassero sul fiume Termodonte nel Ponto siano state le uniche Amazzoni; ma in verità le cose non stanno così, ché quelle della Libia sono assai precedenti quanto ad epoca e compierono grandi imprese. Non ignoriamo che a molti lettori il racconto su di loro risulterà inaudito e completamente estraneo: che poiché la stirpe di queste Amazzoni è scomparsa completamente molte generazioni prima della guerra di Troia, mentre quelle del fiume Termodonte sono fiorite poco prima di quest'epoca, non è strano che le più recenti e più note abbiano ereditato la fama di quelle più antiche e completamente ignorate, per il tempo trascorso, dai più. Tuttavia noi troviamo che molti poeti e storici antichi, e non pochi anche dei più recenti, hanno fatto menzione di loro: e quindi prenderemo a scrivere le loro imprese per sommi capi, seguendo quel Dionisio che compose le Argonautiche, il Dioniso e molte altre storie di quelle compiutesi nei tempi più antichi. Nella Libia dunque ci sono state varie tribù di donne combattive e assai ammirate per il loro coraggio. In effetti, da un lato veniamo a sapere che il popolo delle Gorgoni, contro il quale si dice che combattesse Perseo, era di singolare valore – e che per il figlio di Zeus, il più valente tra i Greci della sua epoca, l'impresa più grande compiuta sia stata la spedizione contro di loro lo si potrebbe congetturare dall'eccellenza e dalla forza delle predette donne – e dall'altro lato, il coraggio di quelle di cui ora stiamo per narrare mostra una straordinaria eccellenza se paragonato alla natura delle nostre donne.

 

53. Dicono infatti che nelle regioni occidentali della Libia, ai margini del mondo, vi fu un popolo dominato dalle donne, che seguiva un modo di vita non eguale al nostro. In effetti, per le donne sarebbe stato costume di esercitare l'arte della guerra, e per un periodo determinato avrebbero dovuto compiere il servizio militare, conservando la loro verginità: una volta trascorsi gli anni di servizio militare, avrebbero potuto unirsi agli uomini per far figli, ed esse avrebbero ricoperto le cariche e amministrato tutti gli affari pubblici. Gli uomini, al contrario, avrebbero trascorso la vita rinchiusi in casa, come presso di noi le spose, obbedendo agli ordini delle loro consorti, e non avrebbero avuto parte né delle attività militari né delle cariche né di alcun altro diritto politico, dal quale avrebbero potuto prendere coscienza e minacciare quindi le donne. Alla nascita dei figli, esse avrebbero affidato i neonati agli uomini, e questi li avrebbero nutriti con il latte e con gli altri cibi, in maniera appropriata all'età degli infanti; e se capitava che nascesse una femmina, le avrebbero bruciato le mammelle, perché non crescessero al tempo della maturità: ché pare che le mammelle, sporgendo dal corpo, costituiscano un impedimento non irrilevante per le attività militari; per questo esse, private delle mammelle, sarebbero state chiamate dai Greci «Amazzoni». Raccontano inoltre che esse abitassero un'isola che, per il fatto di trovarsi ad occidente, era chiamata Espera, ed era posta nel Lago Tritonide. Questo lago a sua volta si sarebbe trovato nei pressi dell'Oceano che circonda la terra, e sarebbe stato così chiamato da un fiume che vi si gettava dentro, il Tritone; e si sarebbe trovato vicino all'Etiopia e al monte – sito presso l'Oceano – chiamato dai Greci Atlante che è il più grande tra quelli della zona e si protende nell'Oceano. La predetta isola, quindi, sarebbe stata ben grande e piena di alberi da frutto di ogni specie, da cui gli abitanti del luogo avrebbero ricavato il nutrimento. Essa avrebbe avuto anche una grande quantità di bestiame, capre e pecore, da cui sarebbero derivati ai proprietari latte e carne per il nutrimento; mentre il grano non sarebbe stato assolutamente in uso presso quel popolo, in quanto l'utilizzazione di questo prodotto non sarebbe mai stata scoperta presso di loro. Le Amazzoni, dunque, essendo di singolare valore e propense alla guerra, dapprincipio avrebbero sottomesso le città dell'isola, tranne quella chiamata Mene, e che si riteneva fosse sacra, la quale sarebbe stata abitata da Etiopi «Mangiatori di pesci», e avrebbe avuto dei grandi soffioni di fuoco e una gran quantità di quelle pietre preziose che i Greci chiamano «antraci», «sardie» e smeraldi; quindi avrebbero sconfitto molti dei Libici e dei nomadi confinanti, e avrebbero fondato una grande città nel Lago Tritonide, che per la sua struttura sarebbe stata chiamata «Penisola» (Chersoneso).

 

54. Muovendo di qui avrebbero intrapreso grandi imprese, spinte dallo stimolo a invadere molte regioni del mondo. Per primi, si dice che abbiano fatto una spedizione contro gli Atlantii, gli uomini più civili tra gli abitanti di quei luoghi, che occupavano una terra fertile e grandi città; e presso di loro dicono che si racconti come la nascita degli dèi sia avvenuta dalle parti dell'Oceano, conformemente ai mitologi dei Greci, del che tratteremo nei dettagli tra un po'. Quanto alle Amazzoni, dunque, si dice che la loro regina Mirina raccolse un'armata di trentamila fanti e tremila cavalieri – ché presso di loro il servizio reso dai cavalieri è in guerra straordinariamente ricercato. Come armi di difesa avrebbero usato le pelli di grandi serpenti, dal momento che la Libia presenta questi animali di incredibili dimensioni, e come armi di offesa spade e lance, nonché archi, con i quali avrebbero lanciato non solo in avanti, ma sarebbero anche state capaci di saettare nelle fughe, all'indietro, contro gli inseguitori, cogliendo nel segno. Penetrate nel territorio degli Atlantii, avrebbero vinto gli abitanti della cosiddetta Cerne in battaglia, e piombate addosso ai fuggitivi dentro le mura si sarebbero impadronite della città; e volendo terrorizzare i popoli vicini avrebbero trattato crudelmente i prigionieri; gli uomini, a partire dai giovinetti, li avrebbero sterminati, i bambini e le donne li avrebbero invece resi schiavi, radendo poi al suolo la città. La notizia della disgrazia dei Cernei si sarebbe diffusa tra i popoli consanguinei: e si racconta che gli Atlantii, spaventati, consegnarono in seguito a un accordo le loro città, dichiarandosi disposti a fare tutto ciò che fosse loro ordinato; e che la regina Mirina li trattò con mitezza, concludendo un patto di amicizia e fondando, al posto di quella rasa al suolo, un'altra città con il suo nome; e in questa avrebbe stanziato i prigionieri e chi lo volesse tra gli abitanti del luogo. Dopo di ciò, poiché gli Atlantii le dettero splendidi doni e le decretarono pubblicamente grandi onori, ella avrebbe ben accolto le loro manifestazioni di affetto, annunciando che avrebbe beneficato il popolo. Ora, gli abitanti del luogo avrebbero spesso subito attacchi da parte delle cosiddette Gorgoni, che abitavano una regione confinante, e insomma avrebbero subito l'oppressione di questo popolo: dicono quindi che Mirina, richiestane dagli Atiantii, penetrò nel territorio delle suddette. Le Gorgoni si sarebbero schierate per opporsi loro, e ne sarebbe derivata una violenta battaglia: le Amazzoni, ottenuto il successo, avrebbero ucciso moltissime avversarie, e ne avrebbero prese prigioniere non meno di tremila. Le altre si sarebbero rifugiate in un luogo boscoso: e Mirina avrebbe tentato di dar fuoco alla foresta, nel desiderio di distruggere completamente il popolo, ma non essendo riuscita a portare a buon termine questo tentativo si sarebbe ritirata ai confini della regione.

 

55. Ma mentre di notte le Amazzoni trascuravano, dato il successo conseguito, la sorveglianza, le prigioniere le avrebbero attaccate, e estratte le spade avrebbero ucciso molte di loro, che credevano di aver vinto; ma alla fine tutta quanta la massa delle Amazzoni si sarebbe riversata da ogni parte su di loro, che – pur combattendo nobilmente – sarebbero state sterminate. Mirina, nel dar sepoltura alle donne del suo esercito che erano state uccise in tre pire, vi avrebbe fatto porre sopra tre monumenti sepolcrali costituiti da grandi tumuli che ancor oggi sarebbero chiamati «mucchi delle Amazzoni». Le Gorgoni in seguito sarebbero tornate potenti, e sarebbero state sconfitte da Perseo, figlio di Zeus, all'epoca in cui era loro regina Medusa; e infine esse e il popolo delle Amazzoni sarebbero state completamente distrutte da Eracle, all'epoca in cui, percorrendo le regioni occidentali, piantò le colonne della Libia: egli riteneva che sarebbe stato terribile se, essendosi egli proposto di beneficare tutto quanto il genere umano, avesse lasciato alcuni popoli dominati da donne. Si dice che anche il lago Tritonide sia scomparso in seguito a terremoti, con il rompersi delle parti rivolte verso l'Oceano. Mirina da parte sua dicono che invase la maggior parte della Libia, e giunta in Egitto concluse un patto di amicizia con Oro figlio di Iside, che era allora re dell'Egitto, e che combatté con gli Arabi uccidendone molti, e sottomise la Siria; e che i Cilici le andarono incontro con dei doni, acconsentendo a fare ciò che ella ordinasse, ma che lei lasciò liberi quanti volontariamente le erano venuti incontro, e questi per questo motivo ancor oggi sono detti «Cilici liberi». Avrebbe vinto anche i popoli del Tauro, di singolare valore, e attraverso la Grande Frigia sarebbe giunta sul mare; quindi, annessasi la regione costiera, avrebbe fermato la sua spedizione al fiume Caico. Quindi, scelti nella terra conquistata con le armi i luoghi adatti per la fondazione di città, avrebbe fatto costruire varie città, e in particolare ne avrebbe fondata una con il suo nome, le altre con il nome di quelle che detenevano i comandi più importanti, Cuma, Pitana, Priene. Queste città le avrebbe fondate sul mare, ma ancor più nelle regioni dell'interno. E avrebbe occupato anche alcune isole, in particolare Lesbo, dove avrebbe fondato la città di Mitilene, cui fu dato lo stesso nome della sorella che prendeva parte alla spedizione. Quindi, sottomesse anche alcune altre isole, sarebbe incappata in una tempesta; e fatte delle preghiere alla madre degli dèi perché le garantisse la salvezza, sarebbe arrivata su un'isola deserta e, secondo una apparizione che aveva avuto in sogno, l'avrebbe consacrata alla suddetta dea, vi avrebbe fondato degli altari e vi avrebbe compiuto degli splendidi sacrifici; e quest'isola l'avrebbe chiamata Samotracia, che tradotto in lingua greca varrebbe «isola sacra»; ma alcuni storici dicono che essa in precedenza si chiamava Samo, e che fu chiamata Samotracia dai Traci che vi si stabilirono un tempo. Comunque, dopo che le Amazzoni ebbero fatto ritorno sul continente, raccontano che la madre degli dèi, compiaciutasi dell'isola, vi fece stabilire altri uomini e tra questi i propri figli, detti Coribanti – di quale padre essi siano figli verrebbe rivelato in segreto in occasione della iniziazione –; e sempre essa avrebbe creato i misteri che ancor oggi vi si compiono e avrebbe ordinato la costruzione del recinto inviolabile. In quest'epoca il trace Mopso, che era stato esiliato da Licurgo, re dei Traci, sarebbe penetrato nella terra delle Amazzoni con l'esercito che lo aveva accompagnato nell'esilio; e avrebbe militato con Mopso anche lo scita Sipilo, anche lui esiliato dalla Scizia, confinante con la Tracia. Ci sarebbe stata una battaglia, gli uomini di Sipilo e Mopso avrebbero vinto, e la regina delle Amazzoni Mirina sarebbe stata uccisa, e con lei la maggior parte delle altre. Col passar del tempo, e poiché i Traci riuscivano sempre vincitori nelle battaglie, alla fine le Amazzoni superstiti avrebbero fatto ritorno nella Libia. E la spedizione delle Amazzoni della Libia raccontano che ebbe una tale fine.