V sec. a.C.
ERODOTO, Le Storie, II, 2
Gli Egiziani rifuggono dall'adottare usi greci, o meglio per dirla intera, costumi di qualunque altro popolo. Questa in Egitto è la norma generale, ma nel territorio di Tebe vicino a Neapoli, in una grande città chiamata Chemmi sorge un tempio di forma quadrangolare e circondato da palmizi dedicato a Perseo, figlio di Danae: il santuario ha propilei costruiti con pietre di grandi dimensioni; oltre i propilei si trovano due statue in pietra, assai alte. All'interno di questa area sacra sorge il tempio vero e proprio, che a sua volta contiene una statua di Perseo. Gli abitanti di Chemmi sostengono che Perseo appare spesso nel loro paese e spesso all'interno del tempio; che vi si trova un sandalo calzato da lui, lungo due cubiti, e che, quando Perseo si mostra, tutto l'Egitto gode di prosperità. Questo è quanto dicono di Perseo; ed ecco quanto fanno in suo onore, alla maniera dei Greci: indicono giochi ginnici completi di tutte le specialità, stabilendo come premi capi di bestiame, mantelli e pelli. Quando io chiesi perché mai Perseo si mostrasse abitualmente solo a loro e per quale motivo avessero istituito gare ginniche a differenza di tutti gli altri Egiziani, mi risposero che Perseo era originario della loro città perché Danao e Linceo erano di Chemmi e poi si recarono in Grecia per mare; dai due poi le varie generazioni discesero fino a Perseo. Quando Perseo giunse in Egitto, per la stessa ragione indicata anche dai Greci, cioè per portare dalla Libia la testa della Gorgone, si sarebbe fermato presso di loro e vi avrebbe riconosciuti tutti i propri parenti; quando giunse in Egitto già gli era nota la città di Chemmi almeno di nome, avendone sentito parlare dalla madre: allora celebrarono per lui i giochi ginnici, obbedendo a un suo ordine.