413 a.C. ca.
EURIPIDE, Ione
CREUSA
Allora, senti: tu la conosci la battaglia dei Giganti?
VECCHIO
L'assalto a Flegra contro gli dei?
CREUSA
Quando la Terra partorì un mostro orrendo, la Gorgone.
VECCHIO
Per i suoi figli, un alleato, per gli dei un flagello. È così?
CREUSA
Così. Ma la figlia di Zeus, Pallade, la uccise.
VECCHIO
C'è una storia vecchia e famosa...
CREUSA
Atena la scorticò e con la pelle si coperse il petto.
VECCHIO
È la sua armatura, la cosiddetta «Egida».
CREUSA
Così si chiama in greco, dal suo ergersi contro gli dei.
VECCHIO
Che forma ha quest'arma selvaggia?
CREUSA
Una corazza frangiata di spire di serpenti.
VECCHIO
Ma infine, figlia, che male può dare al tuoi nemici, questo?
CREUSA
Erittonio sai chi è? E perché non dovresti?
VECCHIO
Il vostro progenitore, che scaturì dalla terra?
CREUSA
Sì, e a lui, appena nato, Pallade regalò...
VECCHIO
Cosa gli regalò? Prosegui, ti sei fermata.
CREUSA
... due gocce del sangue della Gorgone.
VECCHIO
Che potere hanno sugli uomini?
CREUSA
Possono uccidere o guarire.
VECCHIO
Ma come le ha assicurate al corpo del bimbo?
CREUSA
Con una catenella d'oro: mio padre l'ha ereditata.
VECCHIO
E alla sua morte è passata a te.
CREUSA
Sì, e io la porto a braccialetto.
VECCHIO
Ma come mai il dono di Atena ha in sé questo duplice potere?
CREUSA
Una goccia proviene dal sangue delle vene del mostro...
VECCHIO
A che serve? E che effetto fa?
CREUSA
Tiene lontane le malattie, ha il seme della vita.
VECCHIO
E l'altra goccia?
CREUSA
Uccide: è il veleno dei serpenti della Gorgone.
VECCHIO
Sono fuse insieme, le due gocce, o le tieni divise?
CREUSA
Divise. Bene e male non fanno miscela.
[...]
Il sangue della Gorgone viene utilizzato come arma mortifera da Creusa che, credendo che Ione sia il figlio illeggittimo di Xuto, trama per ucciderlo
CORO
str.
O figlia di Demetra, tu comandi
gli assalti dei fantasmi notturni;
ma ora, di giorno, per un'atroce morte,
guida il calice colmo del sangue
stillato dal capo mozzo della ctonia Gorgone,
guidalo dove la mia signora, la mia signora
lo destina: a chi protende le mani
sul palazzo del re! Mai uno straniero
governi la città,
ma solo chi per natali appartiene
alla famiglia di Eretteo.
[...]
Ione paragona la matrigna Creusa alla Gorgone, col cui sangue voleva ucciderlo
IONE
Antico padre Cefiso, dalla forma di toro, che serpente hai generato? Che vipera dagli occhi letali di fuoco? È capace di qualunque orrore, velenosa più delle stille di sangue della Gorgone, con cui voleva distruggermi. Prendetela: le rocce del Parnaso ne cardino i lunghi capelli, venga scaraventata laggiù, e si sfracelli sulle pietre. Il cielo mi ha protetto, prima che cadessi vittima, in Atene, della mia matrigna. Le ho viste le tue intenzioni, e la rovina che mi preparavi, qui, mentre ero in mezzo ad amici: là, nella reggia, mi avresti intrappolato e spedito all'altro mondo senza scampo. No, non ti salveranno né l'altare né il tempio di Apollo: provo pietà, ma non per te, no, ma per me e per mia madre: anche se non è qui davanti a me, il suo nome vive nel mio cuore. Guardatela, la criminale, come ordisce raggiri su raggiri: si è acquattata presso l'altare di Apollo, sperando di non pagare per le sue malefatte.
[...]
Ione riconosce in Creusa sua madre. La Gorgone compare come soggetto del ricamo giovanile di Creusa
CREUSA
Su, guardate. Deve esserci una stoffa che ho tessuto da ragazza.
IONE
Sii più precisa: i lavori a telaio delle ragazze non si contano.
CREUSA
Non era perfetta. Io stavo ancora imparando.
IONE
Non mi prendi in trappola. Cosa raffigurava?
CREUSA
Una Gorgone proprio al centro dell'ordito.
IONE
Dio mio, il destino mi sta braccando.
CREUSA
Bordata di serpenti, come un'egida.
IONE
Sì, tutto corrisponde come in un oracolo.
CREUSA
Mia giovanile fatica!
IONE
C'è dell'altro o hai chiuso con i colpi di fortuna?
CREUSA
C'è un antico ciondolo d'oro, a forma di serpente.
IONE
Per che scopo, che uso? Spiegati.
CREUSA
Figlio mio, si tratta di una catenina per neonato, un regalo di Atena, contrassegno della stirpe regale, a ricordo dell'avo Erittonio.
IONE
È qui. Passiamo al terzo oggetto.
CREUSA
Su di te avevo posato una corona del primo olivo piantato da Atena sulla roccia: una corona che mai ingiallirà, perché è germoglio di una pianta che non appassisce mai.
IONE
Madre mia carissima, felice ti rivedo, accosto il mio viso al tuo viso felice.
CREUSA
Figlio, più splendido, dio mi perdoni, del sole per una madre, lo ti stringo fra le braccia; non speravo più di ritrovarti, ti pensavo nel regno buio dei morti, con Persefone.