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VIII sec. a.C.

OMERO, Iliade, V, 729-742; VIII, 345-349; XI, 29-41

 

V, 729-742

Né Minerva s'indugia. Ella diffuso

il suo peplo immortal sul pavimento

delle sale paterne, effigïato

peplo, stupendo di sua man lavoro,

e vestita di Giove la corazza,

di tutto punto al lagrimoso ballo

armasi. Intorno agli omeri divini

pon la ricca di fiocchi Egida orrenda,

che il Terror d'ogn'intorno incoronava.

Ivi era la Contesa, ivi la Forza,

ivi l'atroce Inseguimento, e il diro

Gorgonio capo, orribile prodigio

dell'Egìoco signore. […]

 

VIII, 345-349

Signor del campo d'ogni parte intanto

agitava i destrieri il grande Ettorre

di bel crine superbi, e rotar bieco

le luci si vedea come il Gorgóne,

o come Marte che nel sangue esulta.

 

XI, 29-41

Poi lo scudo [Agamennone] imbracciò che vario e bello

e di facil maneggio tutto cuopre

il combattente. Ha dieci fasce intorno

di bronzo, e venti di forbito stagno

candidissimi colmi, e un altro in mezzo

di bruno acciar. Su questo era scolpita

terribile gli sguardi la Gorgone

col Terrore da lato e con la Fuga,

rilievo orrendo. Dallo scudo poscia

una gran lassa dipendea d'argento,

lungo la quale azzurro e sinuoso

serpe un drago a tre teste, che ritorte

d'una sola cervice eran germoglio.