Titolo dell’opera: Perseo libera Andromeda
Autore: Peter Paul Rubens
Datazione: 1639-40
Collocazione: Madrid, Museo del Prado
Committenza: re di Spagna, Filippo IV
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela (265 x 160 cm)
Soggetto principale: Perseo libera Andromeda
Soggetto secondario: amorini che accompagnano Perseo
Personaggi: Perseo, Andromeda, due amorini, Pegaso, drago marino
Attributi: nudità, corde (Andromeda); corazza, spada, scudo con testa di Medusa (Perseo); ali, frecce (Cupido); fiaccola accesa (Imeneo)
Contesto: paesaggio marino
Precedenti:
Derivazioni:
Immagine: www.kfki.hu
Bibliografia: Rooses M., L’oeuvre de P.P. Rubens, Jos Maes editore,Anversa 1890, III pp. 148-49; McGrath E., Subjects from history, in Corpus Rubenianum Ludwig Burchard, XIII, I, Harvey Miller Publishers, Londra, pp.202-03,208-09; Stepanow G., Rubens, Silvana editoriale d’arte, Milano 1950, pp. XCI-XCII; d’Ancona P., Rubens, Arnoldo Mondadori editore, Milano 1955, tav. 108; Burckhardt J., Rubens, Einaudi, Torino 1967, pp. 57, 67; Held J., Rubens and his circle, Princeton University Press, New Jersey 1982; Jaffé M., Rubens. Catalogo completo, Rizzoli, Milano 1989, p. 375; Orso, Alcàzar, 1986, pp. 60-63; Davidson Reid J.–Rohmann, C., The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York – Oxford 1993, p. 877; Lòpez-Torrijos R., Mythology and history in the great paintings of the Prado, Scala Books, Londra 1998, pp. 60-61
Annotazioni redazionali: il quadro fu commissionato dal re Filippo IV di Spagna nel 1639 e fu una delle ultime opere del maestro fiammingo che morì l’anno seguente senza poterla concludere. Fu completata da Jacob Jordaens; secondo Max Rooses le braccia nude di Andromeda, la testa di Perseo, gli amorini e il fondo sono opera sua. La figura di Perseo richiama il San Giorgio del quadro della cappella funebre di Rubens; la favola pagana di Perseo e Andromeda ha il suo parallelo con la narrazione cristiana di San Giorgio e il drago. In entrambi un cavaliere combatte un drago per liberare una principessa. Andromeda è incatenata alla roccia, le braccia alzate sopra la testa e Perseo, vestito con un’armatura alla moda spagnola del momento, procede a liberarla dalle corde. I due amorini, rappresentati nella parte alta della composizione, sono un’allusione diretta al carattere amoroso della scena: uno è Cupido, l’altro probabilmente Imeneo, protettore dei matrimoni, caratterizzato dalla torcia. Sul fondo si vede il mare con il drago ferito e sulla spiaggia e il cavallo alato Pegaso. Il dipinto è registrato per la prima volta nel 1686 nel “Salone degli Specchi” dell’ Alcázar a Madrid; nel 1796 fu depositato nella Sala Riservata dell’Accademia delle Belle Arti di San Fernando dove rimase fino al 1827, anno del suo definitivo ingresso al Museo del Prado.
Anna Cola