51: Perseo e Andromeda

Titolo dell’opera: Perseo e Andromeda

Autore: Guido Reni

Datazione: 1635-36

Collocazione: Roma,Galleria Pallavicini

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (271 x 217 cm)

Soggetto principale: Perseo libera Andromeda

Soggetto secondario: mostro marino assale Andromeda

Personaggi: Perseo, Andromeda, Pegaso, drago marino

Attributi: nudità, catene (Andromeda); elmo, spada, scudo, calzari(Perseo)

Contesto: paesaggio marino

Precedenti: Guido Reni, Perseo e Andromeda, Londra, collezione Colnaghi (Cfr. scheda opera 50)

Derivazioni: copia, Londra, National Gallery; copia, Stourhead (Inghilterra)

Immagine:

Bibliografia: Zeri F., La Galleria Pallavicini in Roma, Catalogo dei dipinti, Sansoni, Firenze 1959, pp. 202-03;Garboli C., L’opera completa di Guido Reni, Rizzoli Editore, Milano 1971;Pepper S., Guido Reni - L’opera completa, Istituto Geografico De Agostini,Novara1988, pp. 282-83; Guido Reni 1575-1642, Los Angeles County Museum of Art, Nuova Alfa Editoriale, Bologna 1988, pp. 101-105; Guido Reni e L’Europa – Fama e Fortuna, Catalogo a cura di Ebert–Schifferer S., Emiliani A., Schleier E., Nuova Alfa Editoriale, Bologna 1988, pp. 496-97; Davidson Reid J.–Rohmann, C., The Oxford Guide to Classical Mithology in the Arts 1330-1990, New York – Oxford 1993, p. 877.

Annotazioni redazionali: il dipinto è molto simile alla versione conservata nella collezione Colnaghi (Cfr. scheda opera 50), a parte la diversa posa del cavallo che è più vicino all’orizzonte del mare e il drappo di Andromeda che qui passa dietro al corpo e arriva a coprire appena le nudità; il mare è più agitato. Il dipinto è citato nell’inventario Pallavicini del 1679 pubblicato da Zeri nel Testamento al n. 125 “Andromeda in fiume incatenata ad uno scoglio figura intiera al naturale. Drago in atto di divorarla, e Perseo a cavallo, che la difende …della Sirana, tocca da Guido”. Nell’inventario del 1708 al n. 465 si ripete l’attribuzione sempre al femminile. Nel 1713, al n. 581, l’opera è data ad Elisabetta Sirani in forma esplicita, il che è cronologicamente impossibile. Questo dipinto fu infatti considerato, negli inventari seicenteschi e settecenteschi della Galleria, lavoro di collaborazione con Elisabetta Sirani.  La collaborazione fra Guido Reni ed Elisabetta Sirani (Bologna 1638-Bologna 1665) va recisamente esclusa per lo Zeri, sia per evidenti ragioni cronologiche, sia per l’alta qualità dell’opera. Fra gli autori moderni, Boehn, Malaguzzi Valeri e Foratti espungono quest’opera dal corpus del Reni, mentre Della Pergola, Kurz, Mahon e Zeri l’accettano. Per lo Zeri l’opera sarebbe di Guido, il quale può anche essere stato aiutato da qualche allievo, che però non deve essere identificato in alcun modo nella Sirani, né con suo padre Giovanni Andrea. Il dipinto è del resto ignoto nella lista autografa delle opere di Elisabetta Sirani.

Anna Cola