
Titolo dell’opera: Perseo e Andromeda
Autore: Tiziano Vecellio
Datazione: 1562
Collocazioe: Londra, Wallace Collection
Committenza: Filippo II, re di Spagna
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela
Soggetto principale: Perseo sta per affrontare il mostro marino per liberare Andromeda incatenata
Soggetto secondario:
Personaggi: Andromeda, Perseo, mostro marino
Attributi: catene (Andromeda); calzari alati, spada ricurva, elmo alato, scudo (Perseo)
Contesto: pesaggio marino
Precedenti:
Derivazioni: disegno, carboncino rialzato di gessetto bianco in carta azzurra, Firenze, Uffizi (inv 12911 F)
Immagini:
Bibliografia: Gentili A., Tiziano, in “Art Dossier”, n. 47, p. 44, Giunti, Firenze 1990; Gentili A., Da Tiziano a Tiziano. Mito e allegoria nella cultura veneziana del Cinquecento, Bulzoni, Roma 1988, pp. 134-143; Panofsky E., Tiziano. Problemi di Iconografia, Marsilio Editore, Venezia 1992, pp. 146-152; Goffen R,. Titians women, Londra 1997, pp. 215-241; Freedman L., The poesia: Ovid, Ariosto and Titian on "the heroic liberation of the maiden", in Wege zum Mythos, a cura di Freedman L., Mann, Berlino 2001, pp. 13-38; Hosono K., Perseo e Andromeda di Tiziano: il contesto, il soggetto, le fonti, in "Venezia Cinquecento", 24, 2004 (2005), n. 27, pp. 35-122
Annotazioni redazionali:Nella lettera del 1554 indirizzata a Filippo II, Tiziano annuncia l’invio del quadro di Venere e Adone ed inoltre dichiara la sua intenzione di realizzare al più presto la raffigurazione di altre due poesie (Perseo e Andromeda, Giasone e Medea); le affermazioni riguardanti il progetto per il camerino reale, formato da rappresentazioni segnate da diversi punti di vista, hanno fatto pensare che l’opera fosse già stata iniziata, almeno nella figura di Andromeda. In passato rispetto alla datazione dell’opera sono emersi pareri discordanti; ad esempio lo Wethey basandosi soprattutto sulla la testimonianza di Lodovico Dolce, riportata nel suo trattato “De Pictura”, ritiene che quest’opera sia stata realizzata sin dal 1557. Tuttavia la maggior parte dei critici non ha aderito a questa datazione , poiché ha giudicato i caratteri tecnico-stilistici del quadro non assimilabili alla produzione tizianesca del 1554-1556. Questa tesi è stata avvalorata dall’esame dell’opera ai Raggi X, attraverso cui si è potuto osservare la prima impostazione dell’opera, totalmente diversa dalla versione finale; infatti era raffigurato un momento del mito diverso: l’arrivo di Perseo, che vede Andromeda e si innamora della fanciulla, ignaro di ciò che avrebbe dovuto affrontare. Andromeda aveva ambedue le braccia incatenate in alto, sopra il capo, il corpo era disposto in maniera più obliqua e a destra Perseo era planato accanto alla fanciulla. Dunque, è molto probabile che al 1557 risale proprio questa prima versione dell’opera, successivamente cambiata e consegnata al sovrano di Spagna solo nel 1562. Nella rappresentazione attuale è raffigurato un nuovo momento del mito, ossia la lotta tra Perseo e il mostro marino; la figura di Andromeda ha le braccia legate diversamente, ed è assai più esile delle altre donne tizianesche, probabilmente perché il riferimento a cui l’artista dovette ispirarsi fu il rilievo del Cellini posto alla base del Perseo della loggia del Lanzi (Cfr. scheda opera 30), o meglio, al modello, che Tiziano potrebbe aver visto a Firenze nel 1546. Per la figura di Perseo in particolare alcuni studiosi hanno individuato un altro modello, nel Tizio del Prado, rappresentato da Tiziano nel 1545, il quale richiama Perseo fondamentalmente nella sua postura (Cfr. scheda opera relativa). Panofsky sottolinea come la particolare posa dell'eroe fosse dovuta a una lettura molto accurata del testo ovidiano (Andrfc09), in cui si legge che Perseo si lascia cadere a testa in avanti sul mostro. Altri particolari desunti dal testo sono i rami di corallo visibili sulla spiaggia, nati dal sangue della testa di Medusa che Perseo appoggia in terra alla fine del combattimento (Cfr. scheda opera 37 e scheda opera 49), e la spada fortemente ricurva usata da Perseo. La posa a "S" delle braccia di Andromeda fu ripresa dall'incisione del 1557 di Bernard Salomon (Cfr. scheda opera 34). Nell’opera del pittore cadorino la dimensione umana è lontana, gli spettatori sono resi impotenti di fronte al potere delle divinità; tale tema della sottomissione umana ai capricci delle divinità è ribadito e precisato anche nel quadro che fungeva da pendant di questa opera, inizialmente il mito di Giasone e Medea, sostituito poi dal Ratto di Europa (Cfr. scheda opera relativa): in entrambi i casi i dipinti avrebbero avuto come protagoniste delle donne, vittime dell’ingiustizia degli dei. Da notare nel caso del Ratto di Europa la complementarità delle due composizioni: entrambe le tele presentano paesaggi marini e composizioni diagonali.
Roberta Cipriotti
Chiara Mataloni