16: Perseo e Andromeda

Titolo dell’opera: Le costellazioni di Andromeda, Perseo, Cassiopea e Pegaso

Autore: 

Datazione: 840 d.C. ca.

Collocazione: Leida, Biblioteca della Rijksuniversiteit, manoscritto dei Phenomena di Arato, Ms. Voss. lat Q 79 , Aratea

Committenza:

Tipologia: illustrazione

Tecnica: miniatura

Soggetto principale:

Soggetto secondario: 

Personaggi: Andromeda, Perseo, Cassiopea, Pegaso

Attributi: nudità, mani legate (Andromeda); ali ai piedi, testa di Meudsa, spada, mantello (Perseo); trono, corona (Cassiopea); ali (Pegaso)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni: xilografie di Jacob De Gheyn, contenute nel Syntagma Arateorum di Hugo Grotius, Leida 1600, conservato a Leida, Biblioteca della Rijksuniversiteit (http://www.atlascoelestis.com/grotius%20prima%20pagina1.htm)

Immagini: http://www.atlascoelestis.com/ara%20leida.htm

Bibliografia: R.L. Hunter, Written in the Stars; Poetry and Philosophy in Aratus' Phaenomena, in “Arachnion”, 2, 1995, pp. 1-34; Dekker E., Andromède sur les globes cèlestes des XVIe et XVIIe siècles, in Andromède ou le héros a l'épreuve de la beauté, a cura di Siguret F., Klincksieck, Parigi 1996, pp. 403-423

Annotazioni Redazionali: I Phenomena di Arato, sono un’opera astrologica composta verso il 275 a.C. basata sull’opera omonima di Eudosso di Cnido. Laddove Eudosso proponeva la prima organizzazione sistematica delle costellazioni, Arato contribuì alla diffusione di tali conoscenze mitologizzando le stelle mobili e le stelle fisse. In entrambe le opere le costellazioni sono immaginate come se le stelle che le compongono fossero unite da linee immaginarie, e da qui, per identificarle, la loro posizione viene assimilata all’iconografia di una figura mitologica.  La versione latina dei Phenomena diede origine ad una serie di manoscritti redatti in epoca carolingia che gli studiosi hanno chiamato, dal suo autore, Aratea; fra questi troviamo anche il Ms. Voss. lat. Q 79 conservato a Leida. Quest’ immagine mette insieme quattro fogli con altrettante costellazioni tra quelle presenti nel manoscritto e precisamente quelle di Andromeda, Perseo Cassiopea e Pegaso. La rappresentazione di  Andromeda con le mani distese e legate a due alberelli – e non ad un promontorio roccioso come in Ovidio (Andrfc09) - si riallaccia all’iconografia antica della principessa (Cfr. scheda opera 03). Tale posizione viene adattata alla disposizione degli astri che infatti sono visibili sia sulle sue braccia che sulle sue gambe. Perseo è riconoscibile dai suoi classici attributi ed è in una posa dinamica come se fosse in lotta con il mostro. Cassiopea compare seduta sul trono secondo un’iconografia già diffusa in epoca classica (Cfr. scheda opera 07); le mani non sono legate al trono, come invece nella miniatura di Tübinghen (Cfr. scheda opera 18). Pegaso viene affiancato a Perseo probabilmente per il legame con la vicenda di Medusa, in quanto il cavallo sarebbe nato dal sangue della sua testa recisa. Le incisioni tratte da questo manoscritto nel 1600 e conservate nel Syntagma Arateorum di Hugo Grotius hanno assicurato un'ampia diffusione a queste iconografie (Cfr. scheda opera 48).

Chiara Mataloni

Francesca Pagliaro