10: Perseo e Andromeda

Titolo dell’opera: Perseo e Andromeda

Autore:

Datazione: fine IV secolo a.C.

Collocazione: Bari, Museo Archeologico Nazionale

Committenza:

Tipologia: vaso apulo

Tecnica: oenochoe pugliese a figure bianche

Soggetto principale: Perseo contempla Andromeda incatenata

Soggetto secondario: a sinistra una figura femminile

Personaggi: Perseo, Andromeda, figura femminile

Attributi: berretto alato, calzari alati, mantello, falcetto (Perseo); catene (Andromeda)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Dugas C., Observations sur la légende de Perse, in “Revue des etudes grecques”, 69, 1956, pp. 1-15 ; Phillips K.M., Perseus and Andromeda, in “American Journal of Archaeology”, 72, 1968, pp. 1-23; Schauenburg K., ad vocem “Andromeda”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Artemis, Zurigo-Monaco 1981, vol. I, pp. 777, vol. II, p. 626, n. 16; Carpenter TH., Art and Myth in Ancient Greece, Thames and Hudson, Londra 1994

Annotazioni redazionali: in questo vaso troviamo una particolare raffigurazione del mito: al centro Andromeda è incatenata a un trono, diversamente da come vuole la tradizione iconografica (paletti, alberi o promontorio roccioso). Sulla destra Perseo, riconoscibile dai suoi classici attributi, in una posa che ricorda quella del cratere di Agrigento (Cfr. scheda opera 03). Sul lato opposto una donna che tiene con una mano uno scrigno e con l’altra un ventaglio per rinfrescare la donna incatenata al trono. Questa particolare iconografia può essere spiegata tramite il confronto con altre due opere, la pelike conservata a Napoli dell’allievo del pittore di Darius (Cfr. scheda opera 07) e il cratere a calice di Matera del pittore di Darius (Cfr. scheda opera 09): in entrambe è presente il particolare del trono, attributo di Cassiopea e non di Andromeda, che nelle opere suddette appare ancora legata ai due alberi (e non può quindi in alcun modo occupare il trono). Questo confronto, unito all’analisi delle fonti letterarie, e in particolare con quelle connesse in qualche modo alla perduta Andromeda di Sofocle, ha portato Phillips (1968) a riconoscere nella donna seduta al centro non Andromeda bensì Cassiopea, secondo un’iconografia che sarà ripresa poi in alcuni manoscritti miniati (Cfr. scheda opera 16).

Chiara Mataloni