01: Perseo e Andromeda

Titolo dell’opera: Perseo e Andromeda

Autore:

Datazione: 560 a.C. ca.

Collocazione: Berlino, Staatliche Museum (proveniente da Cerveteri)

Committenza:

Tipologia: vaso tardo corinzio

Tecnica: anfora a figure nere

Soggetto principale: Perseo lancia delle pietre contro il mostro marino

Soggetto secondario: Andromeda gesticola animatamente

Personaggi: Perseo, Andromeda, mostro marino

Attributi: calzari alati, elmetto, kirbis (Perseo); mostro marino (Andromeda)

Contesto: paesaggio costiero

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://commons.wikimedia.org/wiki/Image:Corinthian_Vase_depicting_Perseus,_Andromeda_and_Ketos.jpg

Bibliografia: Dugas C., Observations sur la légende de Perse, in “Revue des etudes grecques”, 69, 1956, pp. 1-15 ; Phillips K.M., Perseus and Andromeda, in “American Journal of Archaeology”, 72, 1968, pp. 1-23; Schauenburg K., ad vocem “Andromeda”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Artemis, Zurigo-Monaco 1981, vol. I, pp. 775-776, vol. II, p. 622, n. 1; Carpenter TH., Art and Myth in Ancient Greece, Thames and Hudson, Londra 1994

Annottazioni redazionali: l’anfora prova che il mito del salvataggio di Andromeda da parte di Perseo era noto già in epoca arcaica, anche se non abbiamo nessun riscontro coevo nelle fonti letterarie. La prima testimonianza di un collegamento tra i due è in Erodoto (Andrfc01), il quale però menziona solamente il loro matrimonio e la nascita di un figlio. Il racconto del salvataggio dal mostro marino Cetus inviato da Poseidone per punire la madre di Adromeda, la regina etiope Cassiopea, rea di essersi detta più bella delle Nereidi, avrà una grande fortuna grazie alle tragedie perdute di Sofocle ed Euripide e alle Tesmoforiazuse di Aristofane. Nel vaso i personaggi sono riconoscibili dalle iscrizioni, scritte in una forma arcaica di greco antico; particolare il fatto che le iscrizioni di ‘Perseus’ e ‘Andromeda’ siano retroverse. Perseo non combatte con il falcetto, suo tipico attributo, ma utilizzando delle semplici pietre. Non è chiaro se Andromeda sia incatenata o meno; nelle fonti più antiche questo particolare è omesso: la fanciulla viene esposta su una roccia come cibo per il mostro, secondo una pena capitale molto diffusa in Persia e in Grecia tra VI e V sec. a.C. (Phillips). Sarà solo nel I sec. a.C., con Properzio (Andrfc05) e Ovidio (Andrfc09) che troveremo il particolare delle catene. Il mito avrà una fortuna limitata ad Atene, mentre troverà grandissima diffusione nel Sud Italia.

Chiara Mataloni