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1375-1377

GIOVANNI de’ BONSIGNORI, Ovidio Metamorphoseos vulgare, cap. XL-XLII

edizione critica a cura di Ardissimo E., Bologna, 2001

Come Perseo trovò Andromada. Capitulo XL

Perseo in quella notte albergò in quel luoco e, fatto el di, cominciò a volare sopra li mari fine che lui giunse allo regno de Cefeo, ed essendo nel campo longo el mare, trovò una giovinetta molto bella, la quale era ligata et incatenata ad uno sasso, de cui Perseo fu subito innamorato, tanto che l’ale s’abbassavano e non volavano sì come doveano. Allora Perseo scese alla donna e disse: “O donna, non degna de catene, ma sì degna de legamenti de braccia, io ti prego che tu me dichi com’è el tuo nome, e de quale patria tu se’, e perché tu se’ così ligata”. La giovane, piena de paura, volentieri averia nascosto il viso se ella avesse potuto, ed incominciò forte a piangere, acciò che Perseo non credesse ch’ella fosse ligata per la colpa commessa, e cominciò a rispondere ed a dire: “Io so’ chiamata Andromada e sò figliuola dello re Cefeo, la madre mia ave nome Caliope; ma per ciò che io sono così ligata n’è cagione la madre mia, la quale fu arrogante contra de dio, e perciò le ninfe se indegnaro contra lei e sì andarono a Giove, le quali in quel luogo coltivavano, ed era in forma de castrone, e lamentarse de questa ingiuria. Giove, ciò odendo, dè questa sentenza: che con ciò sia cosa ch’ella dispregiava le dee del mare; così la figliuola dovesse perire ed essere devorata dalla belva del mare, e questa è la cagione perché io sono così in questo luoco ligata.

La pugna che fè Perseo con la belua e come l’uccise. Capitulo XLI

Non avendo andromada più che parlato, ecco la belua che s’appresssava per pigliare Andromada, la quale,  quand’ella la vidde, incominciò a gridare con grandissima boce. Lo padre e la madre corseno per aiutarla se potessero, ma stando così e piangendo, ecco Perseo venne a lloro e disse: “Perché piangete voi? Piangere perrite voi sempre, ma non vivere: pensate de aiutare la vostra figliola! E così dico a voi; che se la me volete dare per moglie, io la liberarò e non dubito che se voi sapessero chi io sono, voi la mme darissino volentieri, perciò che io sono figliuolo de giove e de la madonna Danae , e fu generato  per la piova de l’oro; e similemente io sono colui che soperchiai e vensi el Gorgone , e ho questa proprietà che io volo per l’aire sì come uno ucello”. Allora el padre e la madre li promisero, ed oltra questo li promisero la mitade del regno in dota. E così stando la belua s’appresso e Perseo se levò da terra ed incominciò a volare sopra la belua; e vedendo la belua si merigia, incominciò  a seguire la meriggia. Allora Perseo tolse el falcione e percosse la belua sul collo fortemente, allora la belua, sentendose ferita, se cominciò a derizzare verso de lui, ora da uno lato ora dall’altro, si come ‘l porco selvatico seguita li cani. Perseo fugiva dalli suoi morsi  e poi descendea e percoteva la bestia quando in lo dosso e quando nelle coste e quando nella coda; onde essendo la belua forte ferita, cominciò a struzzare el sangue in su, per modo che tutte l’ale de Perseo insanguinò e bagnò del suo sangue, intanto che lo impediva a volare. Allora Perseo salì in suso in uno scoglio ch’era lì e percosse la belua tre o quattro volte intanto che l’uccise; allora el padre e la madre d’ Andromeda e tutti coloro che llì stavano cominciarono a gridare e dire: “Viva, viva Perseo, genero di Cepheo” ed allora sciolsero Andromeda e remenorla a casa con grande allegrezza.

Come furono creati li coralli. Capitulo XLII

Come Perseo ave uccisa la bellva, discese del scoglio e fusesi a sedere sul lito del mare per lavarse, ch’era tutto insanguinato del sangue della bellva. Ma perché el capo de Medusa li dava impedimento, sì el puse in terra ed acciò che ‘l  capo non fesse alcuna lesione alla terra, tolse alquante verghe de legno, le quali erano nate in mare, e subito quelle verghe se induriero a modo de pietre e del sangue di quel corpo se fecero vermiglie; e così sono fatti li coralli, e questi furono li primi coralli. Vedendo questo, le ninfe del mare se meravigliarono molto, e sì ancora per la morte della bellva; ed entrando Perseo nell’acque, vennero le ninfe alla riva del mare, e subito incominciaro a crescere, e per questo modo è l’abundanza de’ coralli per lo mondo.

Allegoria Vigesimottava ed ultima. Segnata per GG

(…)

E vero erano andate sopra Andromeda. Perseo vedendo la belua liberò andromeda, sì come se dirà.Per la belua  fo ch’elli conquistò Andromeda, la quale per la peccata della della madre non trovava marito e volevola el suo zeo, costui uccise la belua marina, questo era uno serpe che ogni dì infestava quelle contrade intanto che le sorti potrano ancora moralmente intendere il demonio, el quale è pieno di tutti li vizi, li qualisono morti dalle virtuti; per Perseo che avesse l’alie, ciò s’ntende l’uomo virtuoso, el quale ha le penne angeliche. E qui farrimo fine alle allegorie del quarto libro de Ovidio.