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77-78 d.C.

PLINIO il VECCHIO, Naturalis Historia, V, 69

Testo da: http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Pliny_the_Elder/home.html

 

Iope Phoenicum, antiquior terrarum inundatione, ut ferunt, insidet collem, praeiacente saxo, in quo vinculorum Andromedae vestigia ostendit. Colitur illic fabulosa Ceto. (…)

 

Traduzione da: Plinio, Storia Naturale, a cura di Corsaro M., Einaudi, Torino 1982

Quanto alla città fenicia di Ioppe, dicono che esistesse prima del diluvio. È posta su una collina di fronte a una roccia, su cui sono ancora visibili i resti delle catene che tennero legata Andromeda. Lì esiste anche un culto della leggendaria divinità Ceto. (…)

 

 

V, 128

(…) In Phoenicio deinde mari est ante Iopen Paria, tota oppidum, in qua obiectam belvae Andromedam ferunt (…)

 

(…) Quindi, nel mar Fenicio, di fronte a Ioppe c’è Paria. Tutta l’isola forma una città e, a quel che si dice, è il luogo in cui Andromeda fu esposta al mostro (…)

 

 

VI, 182

(…) Et Syriae imperitasse eam nostroque litori aetate regis Cephei patet Andromedae fabulis.

 

 (…) Anche la leggenda di Andromeda indica chiaramente che all’epoca del re Cefeo l’Etiopia dominava fin sulla Libia e sul litorale del Mediterraneo.