1375-1377
GIOVANNI dei BONISIGNORI, Ovidio Metamorphoseos Vulgare
Ed. a cura di E. Ardissimo, Commissione per i testi di lingua, Bologna 2001
Come Alcitoe, Leucate ed Alcinoe furon mutate in nottule. Capitulo XIX
Avendo queste tre sorelle ciascuna ditta la sua favola, aveano cominciato a mezzodì ed era durato el lor parlare per fine in l’altra sera, e così spregiando lo dio Baco, filando e lavorando. Ma così facendo, fo viso a lloro che tutte le campane e tutti li stormenti del mundo fossero in quella casa, ed incominciò ad odorare la casa de solenne odore, e perché era così de sera non se poteano le cose discernere, ma parea che la casa fosse piena de lampane e pina de fere, e parea che tutta la casa se remenasse. Quando quelle tre gioveni viddero così, incominciarono a nascondere in della cella depo le botti ed a ccelarse, e cercavano dove fosse el buio, e così ascondendose, lo dio Baco le mutò in vespertili, cioè in nottule, e le braccia loro se mutaro in membra, le quali sono dette ale sanza penne. Ma perciò che era così da sera, io non potei ben vedere quelle mutazioni, ma tanto so dire che mutate sonno in nottule. Sì come queste se forono così mutate, se misero a fugire e, quando volevano parlare, incominciaro a stridere e non fuorono ardite de gire alle selve, ma remasero per la tetta delle case ed ancora ce stanno. E né mai per questa cagione se lassano vedere de dì, ma solo vanno depo vespero, e perciò sono nominate vespertilione per lo vespero, el quale lassano ed a cui dopo vanno.
Allegoria e quartadecima trasmutazione. Segnata per P
Da poi che queste tre donne fuoro così mutate, fu lo dio Baco molto più venerato. Ma qui vediamo che mutazione fu questa e che vuolse dire l’auotre. Queste tre sorelle, cioè Alcitoe, Leucate ed Alcinoe, fuorono figliuole de Menaio, grande e gentile uomo, le quale fuorono magiori bevitrici che fossero a Teba, le quali fuorono dal padre loro ranchiuse in uno palazzo e fu a lloro celato el vino, che non ne poteano avere senza acqua, onde se diedero a filare e vendeano el filato. E tutto ciò che guadagnavano vendeano e comparavano el vino, e perciò dice Ovidio che dispregiavano lo dio bacco. E per narrare le sopraditte favole pone che quelle tre sorelle queste favole dicessero, e questo è parlare poetico per abbellire più el trattato. Ma quando le donne erano bene embriate, andava el padre a lloro e, quando el sentiano, parea a lloro el buscio de l’uscio ed el salire della scala suono de campane, e parea che tutta la casa fosse piena de fiere selvatiche, ed essendo de notte, parea a lloro che tutta la casa ardesse, sì come appare nelli occhi de’ dietro alle botti; e partito che se fu el padre, sì uscereno del palazzo e de notte se partirono ed andarono in stranio paese, e perché andaro de notte, dice Ovidio, che deventaro nottule, e ciò importa la sopraditta trasmutazione.