Titolo dell’opera: Marte, Venere e Amore
Autore: manifattura italiana
Datazione: XVI sec.
Collocazione: Firenze, Palazzo Pitti, Museo degli Argenti
Committenza:
Tipologia: cammeo in calcedonio
Tecnica: (2,8 x 2,4 cm)
Soggetto principale: amori di Marte e Venere
Soggetto secondario:
Personaggi: Marte, Venere, Amore
Attributi: scudo, corazza, schinieri, elmo (Marte)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Eichler F. – Kris E., Die Kameen im Kunsthistoriscen Museum, in “Journal of Hellenic Studies”, XLVII, 1927, part. 2, pp. 303-304; Aschengreen Piacenti K., Il Museo degli Argenti, Electa, Milano 1967; Donati V., Pietre dure e medaglie del Rinascimento: Giovanni da Castel Borghese, Belriguardo, Ferrara 1989; Casarosa M., Manifattura italiana, in O. Casazza O. – R. Gennaioli, a cura di, Mythologica et erotica: arte e cultura dall'antichità al XVIII secolo, catalogo mostra (Firenze, Palazzo Pitti, 2005-2006) Sillabe, Livorno 2005, p. 174
Annotazioni redazionali: Il cammeo si ricollega stilisticamente ad altri analoghi, attribuiti dal Kris alla scuola italiana del 1500, ed ora presenti nelle collezioni viennesi. In questo si raffigura l’episodio di Marte e Venere, seguendo la narrazione del mito presentata da Esiodo (Vulfc01), ripresa anche da altri autori, in cui si parla del legittimo amore, da cui viene generata Armonia (Aristotele, Vulfc08; Plutarco, Vulfc17). A destra è seduto Marte che, appoggiato sullo scudo posto accanto a lui, abbraccia Venere. Il dio indossa ancora parte dell’armatura, come la corazza e gli schinieri, ma ha già tolto l’elmo, che è ora nelle mani di Venere. La dea è in piedi, nuda, coperta solo sulle spalle da un leggero velo. Con il corpo segue l’abbraccio di Marte, ma ha il busto girato verso l’esterno, per porgere ad Amore, figlio del loro legame, come già identificato da Simonide (Vulfc04), l’elmo che gli ha appena tolto: è lei, quindi, l’unica in grado di disarmarlo e ridurlo alla mitezza, secondo un’iconografia consueta nel Rinascimento (Cfr. scheda opera 21 e Poliziano, Vulfr02), che evidenzia la vittoria della dea sul dio della guerra, come narrato, nelle fonti latine, da Lucrezio (Vulfc10) ed Ovidio (Vulfc14, vv. 563-566). Il piccolo Amore, in terra, accoglie nelle sue mani l’elmo del dio guerriero, consapevole della forza dell’amore da lui suscitato. La parte destra del cammeo, quindi, si può considerare quasi un riepilogo della storia, in quanto nel rappresentare il gesto di Venere verso Amore, vengono riuniti gli elementi caratteristi dell’episodio, come il velo discinto della dea, l’elmo abbandonato di Marte e la comune adesione delle due divinità dell’amore, unite per trionfare sulla violenza e la guerra.
Giulia Masone