38: Marte, Venere e Vulcano

Titolo dell’opera: Marte, Venere e Vulcano

Autore: Prospero Fontana (?)

Datazione: 1540

Collocazione: Roma, Villa di Blosio Palladio, Sala degli elementi

Committenza:

Tipologia: pittura parietale

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Marte e Venere intrappolati nella rete di Vulcano

Soggetto secondario:

Personaggi: Marte, Venere, Vulcano

Attributi: rete (Vulcano)

Contesto: camera da letto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Pagliai D., Natura e mitologia nella villa di Blosio Palladio, in S. Danesi Squarzina, a cura di, Roma, centro ideale della cultura dell’Antico nei secoli del XV e XVI. Da Martino V al Sacco di Roma 1417-1527, Electa, Milano 1989, pp. 347-355; De Jong J., Ovidian fantasies. Pictorial variation on the story of Mars, Venus and Vulcan, in H. Walter - H. Jürgen Horn, hrsg. von den, Die Rezeption der “Metamorphosen” des Ovid in der Neuzeit: der antike Mythos in Text und Bild, Mann, Berlin 1995; De Romanis A., Roma. Villa di Blosio Palladio, in C. Cieri Via, L’arte delle metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, pp. 296-298

Annotazioni redazionali: L’affresco, di autore incerto, che si fa risalire alla cerchia di Perin del Vaga, è probabilmente da attribuire a  Prospero Fontana. La villa, in cui si trova, apparteneva a Blosio Palladio illustre umanista, uomo di corte di Leone X e poi segretario papale da Clemente VII a Giulio III, che intratteneva rapporti con gli intellettuali dell’epoca. La costruzione era inserita in giardini, vigne e boschetti, in una natura organizzata, ma che manteneva un aspetto armonico e spontaneo. Oggi, però, è molto rovinata, soprattutto per quanto riguarda il complesso dei giardini, ormai inesistenti, e la decorazione interna. Al piano nobile dell’edificio dovevano essere state affrescati, secondo le documentazioni dell’epoca, almeno tre ambienti, in due dei quali rimane, come unica traccia, lo strappo dell’intonaco nella zona alta. Nella terza sala, gli affreschi, ancora esistenti, sono costituiti da dodici scene, tre per ogni parete, in cui sono raffigurate le divinità personificanti i quattro Elementi, accompagnate dai miti connessi con la loro figura. È un tema che testimonia l’integrazione fra decorazione interna ed esterna, legato ai cicli agricoli e al recupero degli ideali bucolici degli antichi. Il Fuoco è raffigurato attraverso la figura di Vulcano, inquadrato con due episodi relativi alla sua vita: la Caduta di Vulcano, con il piccolo Vulcano circondato da scimmie, e Marte e Venere sorpresi da Vulcano. In essi il pittore rappresenta gli episodi, narrandoli secondo quanto tramandato da Ovidio, ma arricchendoli, spesso, con aspetti e situazioni talvolta quasi bizzarre, in quanto narra le cose simultaneamente, e non in sequenza, come dovrebbero avvenire. Nell’affresco, molto danneggiato, infatti, si vedono i due amanti sul letto, nella stanza della casa di Vulcano, di cui si notano le colonne ed il baldacchino, raffigurati nel pieno del loro abbraccio, del tutto ignari della presenza di Vulcano, nella fase, cioè, che funge da antefatto. Essi sono nudi, come narrato da Ovidio (Vulfc14, v. 580), Igino (Vulfc19) e Luciano (Vulfc25),con le braccia di Marte, visto di spalle, che stringono il corpo di Venere, di cui appare il volto, premuto su quello dell’amante. Ai piedi del letto, ormai disonorato dall’adulterio dei due (Omero, Vulfc01, v. 269), Vulcano è mostrato nella fase successiva, quando, già a conoscenza del tradimento della moglie, su informazione da parte del Sole, getta le catene sopra i due amanti abbracciati, la cui espressione non mostra ancora alcuna consapevolezza. Egli è raffigurato con il pileo e un mantello che, partendo dalla spalla, giunge a coprire i fianchi. Ha una gamba appoggiata sul materasso e tutto il corpo proiettato in avanti nello slancio del gesto che sta attuando. L’iconografia qui presentata, che vede Vulcano avventarsi contro i due amanti, con in mano la rete, differisce dalle fonti letterarie, che parlano di una trappola che imprigiona Marte e Venere nel letto, quando essi vi si trovano sopra. In questa raffigurazione, l’incisore tende ad accentuare il desiderio di vendetta del marito tradito, proponendo in parte la versione di Reposiano, che parla di lui sottolineando che “lega insieme i due amanti” (Vulfc29). La parte destra dell’affresco, molto danneggiata, mostra comunque l’apertura su un paesaggio.

Giulia Masone