33: Marte, Venere e Vulcano

Titolo dell’opera: Venere e Marte serviti dalle ninfe e dagli amorini

Autore: Giovanni Battista di Jacopo, detto Rosso Fiorentino

Datazione: 1530-40 ca.

Collocazione: Berlino, Staatliche Museen, Gabinetto delle incisioni

Committenza: Francesco I

Tipologia: disegno

Tecnica: penna e inchiostro (42,8 x 33,8 cm)

Soggetto principale: amori di Marte e Venere

Soggetto secondario:

Personaggi: Marte, Venere, Amore, Ninfe, puttini

Attributi: elmo, armi (Marte)

Contesto: camera da letto

Precedenti: disegno di Rosso Fiorentino, Parigi, Louvre, Gabinetto dei disegni

Derivazioni:

Immagini: http://www.si.umich.edu/Art_History/UMMA/1985/1985_1.86.jpg

Bibliografia: DimierL., Le Primatice: Peintre, sculpteur et architectedes roi de France, 1900; Panofsky E., The Iconography of the Galerie François I at Fontainebleau, in “Gazette des Beaux-Arts”, VI, 1958, n. 52, pp. 113-192; Thirion J., Rosso et les arts décoratifs, in “Revue de l’art”, XIII, 1971, pp. 32-47; Cox Rearick J., La collection de Francois I, catalogue exposition (Paris, Musée du Louvre, 1972-73), Musées National, Paris 1972; Lévêque J.J., L’ecole de Fontainebleau, Ides ed Calendes, Neuchâtel 1984; Dunand L. – Lemarchand P., Les compositions de Titien intitulées Les amours des dieux Gravées par Gian-Jacopo Caraglio selon les dessin préoaratoires de Rosso Fiorentino et Pierino del Vaga, Michal Slatkine, Genève, 1989, vol. II; Ciardi R. P. – Mugnaini A., Rosso Fiorentino. Catalogo completo, Cantini, Firenze 1991; Ciardi R. P., Il Rosso e Volterra, catalogo mostra (Volterra, 1994) Marsilio, Venezia 1994; Franklin D., Rosso in Italy. The Italian Career of Rosso Fiorentino, Yale University, New Haven – London 1994; Béguin S., A propos du dessin de Rosso, Mars et Vénus servis par les Amours et les Grâces, L. Golay, a cura di, in Florilegium. Scritti di storia dell’arte in onore di Carlo Bertelli, Electa, Milano 1995, pp. 138-145; Falciani C., Il Rosso Fiorentino, Leo S. Olschki, Firenze 1996; Barocchi P., Il Rosso Fiorentino, Verba Volant, Firenze 2003

Annotazioni redazionali: Rosso Fiorentino, recatosi a Venezia, dopo il sacco di Roma, fu ospite di Pietro Aretino e per lui, secondo i documenti, fece lui un disegno, nel 1530, che poi fu stampato. L’immagine rappresenta Marte e Venere serviti dalle ninfe e dai puttini, narrando una pagina un po’ licenziosa del racconto mitologico, sotto forma di allegoria, destinata a celebrare il matrimonio fra Francesco I e Eleonora d’Austria, sorella di Carlo V. Il disegno fu inviato in Francia, su consiglio di Aretino, che aveva lo scopo di sollecitare, su questo pittore, la protezione del re: egli è raffigurato come Marte, che, dopo la pace di Cambrai, abbandona le armi per Venere,in un’iconografia vicina alla poesia di Lucrezio (Vulfc10), che indica Venere come colei che può “gratificare i mortali con una tranquilla pace”, e a quella di Ovidio(Vulfc14, vv. 563-566) per il quale Marte, “preso per Venere da folle amore, da guerriero tremendo si era fatto amante” ed infine da Reposiano (Vulfc29) in cui il dio èvincitore in battaglia, ma pur vinto nell’amore”. L’adulazione dell’Aretino ebbe la conseguenza sperata di attirare sul pittore l’attenzione del re, sollecitato anche dall’interesse per queste figure, spesso nude, che spiravano una certa sensualità. Francesco I chiamò, quindi, presso la sua corte Rosso Fiorentino, che, secondo le documentazioni, si trovava certamente a Parigi nell’ottobre del 1530: la sua opera, pertanto, si situa all’origine del rinnovamento dell’arte reale francese a metà del XVI secolo. La scena rappresenta una situazione molto dinamica, in cui Marte è disarmato da Amore, mentre altri puttini si stanno divertendo con le armi già tolte,tutti intorno al letto, come rappresentato nei versi di Stazio (Vulfc21) e, successivamente, in quelli di Poliziano (Vulfr02, I, 121). Anche senza rifarsi a Botticelli (Cfr. scheda opera 21) o a Piero di Cosimo (Cfr. scheda opera 22), tralasciando anche il Sodoma (Cfr. scheda opera 27), si può dire che il dipinto di Rosso derivi da una propria impostazione umoristica nel vedere le narrazioni mitologiche (Panofsky, 1958 p. 157). Uno indossa un elmo troppo grande per lui, un altro alza con fatica lo scudo, mentre un terzo, più a sinistra, cerca di sollevare la spada, non riuscendo nel suo intento, in un gioco allegro, che ripropone quanto narrato da Reposiano, in cui si dice che il piccolo Cupido è felice di avere, con la sua potenza, vinto “il dio che incute timore”. Il viso di Marte, infatti, che sembra quasi costretto a togliere la corazza, si mostra stupito ed incapace di reagire. Accanto a lui Venere, aiutata dalle tre Grazie, sta finendo di togliersi gli abiti, e, già nuda, secondo la tradizione ovidiana, ripresa anche da Luciano (Vulfc25) e da Nonno di Panopoli (Vulfc32, V, 579-585), aspetta che una di esse le sciolga la cintura d’oro che porta sul petto. La dea è seduta su un letto, coperto da ricche coltri, fabbricato da Vulcano per le sue nozze con lei e che ora è stato disonorato dal comportamento dei due adulteri, come narrato fin da Omero e ripreso poi da Ovidio. Ha i capelli ben acconciati, come nell’iconografia tradizionale, che vede la dea con le lunghe chiome pettinate ed intrecciate (Apollonio Rodio, Vulfc09), ornati da gioielli, ugualmente alle Grazie, che appaiono anch’esse nude, e che nei versi di Reposiano, sono compagne della dea e la aiutano in questo incontro. Nella parte superiore, occupata dalla sommità del grande baldacchino del letto, da cui scendono le cortine, vi è un tripudio di puttini, alcuni dei quali portano ghirlande di fiori, mentre altri imbracciano un arco, con le frecce pronte per essere scoccate ovunque, sia verso i personaggi che si trovano nella scena, sia verso l’esterno, senza sapere chi colpiranno. Sulla sommità dell’incisione, proprio al centro dell’immagine, è rappresentata il segno zodiacale della Bilancia, e, un po’ al di sotto, sulla destra, quello, in arrivo, dello Scorpione, per identificare il periodo dell’anno o per segnalare simbolici astrologici, importanti per gli uomini di quell’epoca.

Giulia Masone