17: Marte, Venere e Vulcano

Titolo dell’opera:

Autore:

Datazione: 613-629/630

Collocazione: Vienna, Kunsthistorisches Museum, Antikensammlung

Committenza:

Tipologia: situla

Tecnica: sbalzo in argento

Soggetto principale:

Soggetto secondario:

Personaggi: Marte, Venere, Ercole, Minerva, Apollo, Diana

Attributi: lancia, scudo (Marte); pelle di leone, clava (Ercole); faretra (Apollo); cane (Diana)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Matzulevich L., Byzantinische Antke. Studien auf Grund der Silbergefässe der Ermitage, Verlag, Berlin-Leipzig 1929; Delcourt Curvers M., Héphaistos ou la lègende du magicien, Belles Lettres, Paris 1957 ; Cruikshank Dodd E., Byzantine Silver Stamps, Trustess for Harvard University, Washington 1961; Shelton K. J., in Age of spirituality. Late antique and early christian art, third to seventh century, a cura di K. Weitzmann, catalogue exhibition (New York, Metropolitan Museum of Art, 1977), The Metropolitan Museum - Princeton University, New York 1979; Brilliant R., Narrare per immagini. Racconti di storie nell’arte etrusca e romana, Giunti, Firenze 1987; Walter H.- Jürgen Horn H., a cura di, Die Rezeption der 'Metamorphosen des Ovid in der neuzeit: der antike mythos in text und bild, Gebr. Mann Verlag, Berlin 1995; Paris G., La Rinascita di Afrodite, Moretti e Vitali, Bergamo 1997; Becatti G., L’arte dell’età classica, Sansoni, Firenze 2000

Annotazioni redazionali: La situla, proveniente da Costantinopoli, è stata ritrovata su una strada verso oriente, in Bucovina (Russia). Presenta sei divinità dell’Olimpo, divise in tre coppie, formate ognuna da una dea ed un dio. Lo stile di questa dimostra come, nella produzione degli argenti incisi e sbalzati, perduri, nell’impero romano d’oriente, fino al VII sec., la tradizione ellenistica, con scene rappresentanti divinità pagane. La situla è composta da uno spazio centrale, in cui si inseriscono i personaggi, concluso, nella parte alta e in quella bassa, da due bordi, dei quali quello superiore risulta molto danneggiato e rotto in due parti. Questa spaccatura ha coinvolto anche quattro delle sei figure sottostanti. Le coppie divine sono: Marte e Venere, Ercole e Minerva, Apollo e Diana. Esse sono intervallate da ghirlande e festoni stilizzati di foglie e frutti, rappresentati come appesi al bordo superiore. Le figure meglio conservate sono quelle di Marte e Venere, che non sono state per nulla danneggiate dalla spaccatura del bordo superiore. Marte è rappresentato nudo, con le armi, come presentato da Pausania (Vulfc27),nell’iconografia consueta dei suoi incontri con Venere, con indosso solo gli stivali allacciati e un mantello poggiato sulle spalle, senza barba e con le membra muscolose. Con il braccio destro si appoggia alla lancia,vigorosa asta”,suo tipico attributo, indicato fin da Anacreonte (Vulfc03), piantata a terra, mentre nella mano sinistra regge uno scudo, finemente lavorato per lui dallo stesso Vulcano. A destra è raffigurata Venere, che si gira verso Marte, offrendo un pomo e guardandolo con attenzione nel volto. La dea è vestita con una tunica a pieghe, che le giunge fino ai piedi, e sopra di essa, un’altra tunica, che termina sui fianchi. Sopra la veste indossa un mantello, chiuso sul petto da un fermaglio, ed ha il capo coperto da un berretto frigio orientale. Tra la sua figura e quella di Marte si trova una piccola ghirlanda rotonda, che sembra rafforzare la raffigurazione della loro unione e dimostra che l’artista ha seguito la tradizione esiodea (Vulfc02), in cui si parla del legittimo amore fra le due divinità, dal quale è generata Armonia. Il pesante uso del contorno, invece, combinato con la minore plasticità dei corpi e dei drappeggi, indicano una data tarda, confermata anche da cinque timbri di controllo imperiale, posti sulla base della situla. Essi infatti determinano con chiarezza che questa è stata fatta durante i primi anni di regno dell’imperatore Eraclio.

Giulia Masone