
Titolo dell’opera:
Autore: Oltos
Datazione: IV quarto del VI sec. a.C.
Collocazione: Tarquinia, Museo Nazionale
Committenza:
Tipologia: kylix attico (part.)
Tecnica: ceramica a figure rosse
Soggetto principale: Banchetto degli dei
Soggetto secondario:
Personaggi: Ares, Afrodite
Attributi: lancia, elmo (Ares); colomba (Afrodite)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://www.theoi.com/Gallery/K9.3.html
Bibliografia: Delcourt Curvers M., Héphaistos ou la lègende du magicien, Belles Lettres, Paris 195; De Franciscis A., sub voce “Afrodite”, in Enciclopedia dell’arte antica, classica e orientale, Istituto della enciclopedia di G. Treccani, Istituto poligrafico dello Stato, Roma, 1958, vol. I, pp. 118-126; Kerényi C., Gli dei e gli eroi della Grecia, Il Saggiatore, Milano 1963; Beazley J. D., Paralipomena. Additions to Attic Black-figure, vase-painters and to attic red-figure, The Clarendon, Oxford 1971; Bruneau P., sub voce “Ares”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Artemis Verlag, Zurich-München, 1984, II, p. 487, n. 112; Paris G., La Rinascita di Afrodite, Moretti e Vitali, Bergamo 1997; Becatti G., L’arte dell’età classica, Sansoni, Firenze 2000; Giuliano A., Storia dell’arte greca, Carocci, Roma 2002; Price S. – Kearns E., ed. by, The oxford dictionary of classical myth and religion, Oxford University, New York 2003, sub voce “Aphrodite”, pp. 36-37, “Ares”, pp. 48-49, “Hephaestus”, pp. 248-249
Annotazioni redazionali: Il vaso, di arte attica, della fine del VI sec. a.C., ritrovato a Tarquinia, è un esempio di ceramica a figure rosse, opera di Oltos, attivo ad Atene tra il 525 e il 500 a.C.. In esso sono raffigurati Ares e Afrodite, identificabili sia perl’iscrizione del loro nome, sia per alcuni elementi iconografici, che si vanno definendo. Essi sono seduti uno vicino all’altra e volgono la testa all’indietro, verso gli altri dei, che fanno parte della narrazione rappresentata. Nel volto di profilo della dea si evidenzia il naso aguzzo ed il mento sporgente, secondo una rappresentazione già riscontrata in altre ceramiche (Cfr. scheda opera 01). Indossa un copricapo orientale ed un abito che si discosta dalla rigidezza e dall’austerità delle immagini precedenti. Ciò dimostra l’intento di dare una lettura più sensuale al mito dell’amore delle due divinità. Questo aspetto è evidenziato dalla presenza della colomba, uno degli attributi iconografici più frequenti legato a Venere, che rappresenta l’elemento dell’amore di cui Afrodite è il simbolo mitologico. La vicenda dell’amore è inserita in un contesto di derivazione esiodea, in quanto non si indica l’amore adultero, ma quello legittimo, da cui nascerà Armonia, come narrato nella Teogonia da Esiodo (Vulfc02). Egli, infatti, diversamente da Omero (Vulfc01), nel presentare l’origine degli dei, indica l’unione matrimoniale di Ares eAfrodite, seguendo una tradizione che sarà poi ripresa anche da altre fonti letterarie (Simonide, Vulfc04 ed Eschilo, Vulfc05). Dietro la dea siede Ares, barbuto, come si preferisce identificarlo nelle immagini più antiche,con la chioma fluente. Regge nella mano destra la lancia, come si riscontra in un frammento di Anacreonte, in cui si parla della “vigorosa asta”che tiene nelle mani (Vulfc03) e nella sinistra l’elmo, secondo la consueta iconografia che vede il dio con le armi, ma raramente da lui indossate, tranne l’elmo.
Giulia Masone