01: Marte, Venere e Vulcano

Titolo dell’opera:

Autore:

Datazione: VII sec. a.C.

Collocazione: Naxos, Museo Archeologico

Committenza:

Tipologia: anfora (part.)

Tecnica: ceramica a figure nere

Soggetto principale: Ares e Afrodite trainati dai cavalli

Soggetto secondario:

Personaggi: Ares e Afrodite

Attributi:

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Delcourt Curvers M., Héphaistos ou la lègende du magicien, Belles Lettres, Paris 195; De Franciscis A., sub voce “Afrodite”, in  Enciclopedia dell’arte antica, classica e orientale, Istituto della enciclopedia di G. Treccani, Istituto poligrafico dello Stato, Roma, 1958, vol. I, pp. 118-126; Kerényi C., Gli dei e gli eroi della Grecia, Il Saggiatore, Milano 1963; Shefold K., Frühgriechische sagenbilder, Hirmer Verlag, München 1964; Buschor E., Griechische Vasen, R. Piper & Co Verlag, München 1969; Pelegatti P., Naxos nell’VIII e nel VII secolo a.C., in “Cronache di archeologia”, XVII, 1978, pp. 136-141; Bacci Spigo G.M., Coppa vitrea ed oreficerie da sepolture di età ellenistica e romana a Naxos, in “Bollettino d’arte”, XXV, 1984, pp. 59-68;Bruneau P., sub voce “Ares”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Artemis Verlag, Zurich-München, 1984, II, p. 482, n. 45; Lentini M.C., Un secondo contributo sulla ceramica di Naxos: idrie ed anfore, in “Bollettino d’arte”, LXXII, 1992, pp. 11-34; Paris G., La Rinascita di Afrodite, Moretti e Vitali, Bergamo 1997; Becatti G., L’arte dell’età classica, Sansoni, Firenze 2000; Giuliano A., Storia dell’arte greca, Carocci, Roma 2002; Price S. – Kearns E., ed. by, The oxford dictionary of classical myth and religion, Oxford University, New York 2003, sub voce “Aphrodite”, pp. 36-37, “Ares”, pp. 48-49, “Hephaestus”, pp. 248-249

Annotazioni redazionali: In questo frammento di anfora funeraria nassia, del VII secolo a.C., si rappresenta Afrodite, identificabile per l’iscrizione posta alle sue spalle, su un cocchio guidato da cavalli. Indossa un lungo abito a linee spezzate, coperto da un mantello, che le scende dal capo. Nella mano destra tiene un oggetto, non riconoscibile. Vicino a lei si trova una figura maschile che indossa un corto chitone, il cui orlo è ornato di frange. È danneggiata nella parte in cui si raffigurava il volto e dove, probabilmente, era segnalato il nome di questo dio, ma tutto fa supporre che rappresentasse Ares, soprattutto per il fisico vigoroso e la presenza dell’elmo, che copre la parte posteriore del capo, di cui rimane un frammento. Conduce i cavalli alati, che indicano la velocità e la prontezza nelle guerre, dei quali tiene in mano le briglie, come viene già identificato da Omero, che usa per lui l’epiteto “Ares dalle redini d’oro”  (Vulfc01, v. 285). Questo permette di sottolineare come la guerra attuata da Marte sia gloriosa ed eroica, senza la barbarie e la violenza che talvolta l’accompagna. Dietro di lui, alcuni scarsi frammenti hanno permesso di ricostruire la presenza di un altro cavallo. La vicinanza delle due divinità, che si dirigono insieme ad una cerimonia, rimanda ad un’iconografia che sottolinea il loro amore legittimo, da cui nascerà Armonia, come narrato nella Teogonia da Esiodo (Vulfc02). Egli, infatti, diversamente da Omero (Vulfc01), nel presentare l’origine degli dei, indica l’unione matrimoniale di Ares e Afrodite, seguendo una tradizione che sarà poi ripresa anche da altre fonti letterarie (Simonide, Vulfc04 ed Eschilo, Vulfc05). L’analogia con altre ceramiche successive fa supporre che la parte rimasta dell’episodio, raffigurato in questa ceramica, possa inserirsi nella narrazione mitologica, molto diffusa e rappresentata nell’antichità, delle nozze di Peleo e Teti, alle quali parteciparono tutti gli dei dell’Olimpo. È un racconto di mitologia classica fra i più popolari, in quanto permetteva agli artisti sia di raffigurare le divinità, in un’iconografia che sarà durevole, sia di narrare un momento della vita ancestrale, in cui si avviano gli eventi che culminano nella guerra di Troia, con la presenza della generazione dei padri degli eroi che parteciperanno ad essa (Vul02).

Giulia Masone