IV sec. d.C.
QUINTO DI SMIRNE, Le Postomeriche, XIV, 45-53
Traduzione da: Quinto Smirneo, Le Postomeriche, a cura di G. Pompella, Garigliano, Cassino 1993
Tuttavia copre la testa di sopra con un velo e segue le orme del suo uomo che avanza, soffusa le guance di vergogna; quale Cipride, allorché gli Uranioni tra le braccia di Ares la trovarono, che manifestamente disonoravano il talamo, e il saggio Efesto la pose in lacci inestricabili; nei quali ella rimase, rattristata nell’animo e rossa di vergogna dinanzi alla folla di beati adunatasi e allo stesso Efesto. È grave infatti dinanzi agli occhi dello sposo essere sorpresa in manifesto adulterio, per una donna.