II sec. d.C.
ATENEO, I Deipnosofisti, i dotti a Banchetto, 14c
Traduzione da: Ateneo, i Deipnosofisti, i dotti a Banchetto, traduzione di L. Canfora
Tale era anche l’aedo che cantava in presenza dei Pretendenti solo perché costretto: egli provava disgusto per quelli che insidiavano Penelope. Omero in un passo afferma che tutti gli aedi sono oggetto di comune venerazione da parte degli uomini,
perché a loro
i canti insegnò la Musa e amò la stirpe degli aedi.
Demodoco, alla corte dei Feaci, canta l’unione di Ares e Afrodite, non tanto peché approvasse tale passione, ma perdistoglierli da desideri illeciti, sapendo che essi erano stati cresciuti a un genere di vita voluttuoso, e perciò proponeva esempi assai simili ai loro costumi, per porvi freno.