I sec. d.C.
OVIDIO, Ars amatoria, II, vv. 561-600
Traduzione da: Publio Ovidio Nasone, L’arte di amare, a cura di E. Pianezzola, commento di G. Baldo, L. Cristante, E. Pianezzola, Fondazione Lorenzo Valla, A. Mondadori, 1991
Si racconta una storia, ben nota in tutto il cielo, 561
di Venere e di Marte vittime delle astuzie di Vulcano.
Il padre Marte, preso per Venere da folle amore,
da guerriero tremendo s’era fatto amante,
e Venere, che fra le dee è certo la più dolce,
alle preghiere del dio Gradivo non si mostrò difficile e villana.
Oh quante volte rise allegramente –si dice- dei piedi del marito
e delle mani indurite dal fuoco e dal lavoro!
Era carina quando, davanti a Marte, fece l’imitazione di Vulcano,
e alla bellezza s’aggiungeva un’infinita grazia. 570
Ma all’inizio solevano tenere ben nascosti i lori incontri:
la loro colpa era piena di riserbo e di pudore.
Poi, su denuncia del Sole (chi può ingannare il Sole?),
fu appresa da Vulcano la condotta della sua consorte.
Oh, Sole, che brutti esempi dai! La ricompensa chiedila a lei stessa:
certo ha qualcosa da dare pure a te, se mantieni il silenzio.
Il Mulcibero dispone allora intorno e sopra il letto
Una rete nascosta, ben dissimulata ad arte.
Poi finge un viaggio a Lemno. Vanno gli amanti al loro incontro.
Impigliati nei lacci della rete giacciono entrambi nudi. 580
Vulcano convoca gli dei: a dar spettacolo sono i prigionieri.
A stento Venere –così si crede- tratteneva le lacrime;
non possono nascondersi il volto, non possono neppure
coprirsi con le mani le parti vergognose.
Qualcuno allora disse ridendo: “Se quei legami, valoroso Marte,
son per te troppo pesanti, passali pure a me”.
Soltanto per le tue preghiere, o Nettuno, liberò i corpi
Imprigionati: poi Marte si ritira in Tracia e lei a Pafo.
Fatta dunque, Vulcano, questa bella azione, quello che prima teneva nascosto,
ora lo fanno più liberamente, senza alcun pudore. 590
Ora, insensato, tu confessi spesso d’avere agito scioccamente
E sei pentito –dicono- della tua collera di allora.
Vi faccio divieto d’agire cos’è Venere Dionea
Che vieta di ordire quegli inganni che lei stessa subì.
Non disponete rete per prendere il rivale,
non cercate di cogliere missive scritte segretamente.
Facciano pur così, se riterranno di doverlo fare, gli uomini
Che con l’acqua e il fuoco diventeranno legittimi mariti.
No –lo confermo ancora-, qui non si gioca su ciò che è tutelato dalla legge:
nei nostri scherzi non c’è nessuna veste di matrona. 600