32: Ino

Titolo dell'opera: La furia d’Atamante (?)

Autore: Cornelis Cort (incisore Olandese 1533-1578)

Datazione: 1574

Collocazione: Napoli,Museo Nazionale, coll. Farnese (No. 5999); consultato nella Biblioteca Casanatenze di Roma, coll. 20. B. II. 74/8

Committenza: ignota

Tipologia: acquaforte

Tecnica: incisione (da scultura ellenica a tutto tondo ritrovata nelle Terme di Caracalla poi, della collezione Farnese)

Soggetto principale: l’imponente figura nuda dell’uomo imberbe col capo coronato risulta, ubicata di tre quarti, all’interno di una nicchia. L’uomo, vestito di sola clamide, reca nella mano destra una clamide messa di traverso che si prolunga oltremodo dalla nicchia e, sulla spalla sinistra, porta il piccolo corpo riverso di un fanciullo morto che, dal capo e dalle braccia penduli, trattiene per una caviglia con la mano sinistra. Dal fianco sinistro dell’uomo sembra pendere poi, una faretra colma di frecce e, in basso a destra, riverso sulla sua gamba sinistra è visibile il suo scudo ovale

Soggetto secondario:

Personaggi: Atamante (?), Learco (?)

Attributi: corona, clamide, spada,faretra, scudo, Learco (?) (Atamante ?)

Contesto: non si conosce il contesto in cui era prevista l’ubicazione della statua che, verosimilmente, costituiva un arredo di lusso.

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Incisioni-Soggetti, raccolta di acquefòrti del XVIII sec; J.C. J. Bierens de Haan, L’oeuvre gravé de Cornelis Cort, Martinus Nijhoff, La Haye 1948, pagg. 154-155

Annotazioni redazionali: sulla base dello zoccolo che fa da sostegno all’imponente figura qui illustrata recita l’iscrizione: Corneli Cort fe 1574. Pittore oltre che incisore olandese, la sua fama è nota soprattutto per sue stampe che influenzarono il gusto e la tecnica degli incisori Italiani (dal suo studio, a Roma, uscì Agostino Carracci). Circa il soggetto rappresentante il marmo ellenico trovato nelle Terme di Caracalla e oggi nella collezione Farnese, al Museo Nazionale di Napoli, la critica è ancora oggi incerta. Il gruppo, infatti, è stato variamente interpretato, come monumento inedito, da Raoul Roscette: Néoptolemo che lancia il giovane Astianatte dalle mura di Troia; ipotesi rigettata dal Welcker, che invece vedrebbe nell’uomo rappresento la figura di Ettore che porta il corpo di Troilo. L’immagine sopra descritta illustra, senza dubbio, una scena cruenta che sta per compiersi o che già si è compiuta a scapito del giovane portato in spalla dall’uomo. Sebbene l’assenza di un contesto specifico ambientale e quella di altri personaggi non ci aiuta a risolvere questa misteriosa figura, è solo la tradizione figurativa che ci viene incontro. La scena, infatti, dal punto di vista iconografico sembra pertinente ad un particolare modello figurativo che, nello specifico, è relativo alla tradizione mitica e figurativa di Atamante.  In assenza di dati e fonti certe, non appare inverosimile ipotizzare in questo gruppo, quello di Atamante che, impazzito durante una battuta di caccia, uccide il figlio maggiore Learco scambiandolo per una preda; peraltro, quest’ultima ipotesi è corroborata da O. Rossbach il quale, dalla Tebaide di Stazio IV v. 570, rintraccia questa citazione: “dextram in terga reflexum Aeoliden, umero iactantem funus onusto”.

Claudia Terribili