24: Ino

Titolo dell'opera: Atamante infuriato caccia la moglie e ammazza un figliuolo

Autore: Gabriello Symeoni

Datazione: 1559

Collocazione: La vita et metamorfoseo d'Ovidio figurato et abbreviato in forma d'epigrammi, a Lione, per Giovanni di Tornes, Typographo Regio, libro V, p. 70, tav. 58

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: in basso a sinistra, Atamante impazzito e con le braccia alzate, tiene fra le mani il corpo nudo del piccolo Learco che sta per scagliare contro una roccia. Al centro si erge un’alta rupe dalla quale Ino  precipita in mare mentre, in cima all’altura, le seguaci di Ino si dimenano nell’intento di fermare la loro regina

Soggetto secondario:

Personaggi: Atamante, Learco, Ino, seguaci di Ino

Attributi: corona,mantello, barba, Learco (Atamante); corona (Ino); uccelli (compagne Tebane di Ino)

Contesto: in secondo piano, figura un grande promontorio roccioso a picco sul mare mentre, in primo piano, l’azione omicida di Atamante si svolge sulla terra ferma  

Precedenti: Bernard Salomon, Athamas furieus, 1557 (Cfr. scheda opera 22)

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Guthmuller B., Mito, Poesia, Arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997, pp. 216-218

Annotazioni redazionali: l’opera di Gabriello Simeoni, nel complesso, tradisce la diretta derivazione da La Metamorphose d’Ovide Figurèe, opera Francese del 1557 di cui l’autore è il grande Bernard Salomon. Egli, infatti, attraverso una sintesi poetico-figurativa giunge ad inaugurare una nuova tecnica narrativo-illustrativa didattica e, grazie alle sue silografie che faranno da modello alle generazioni successive, entra di diritto nella tradizione degli Ovidi illustrati. Con qualche eccezione, Symeoni adotta lo schema narrativo e le stesse silografie del testo francese finalizzate ad isolare la vicenda principale di ciascun mito; l’illustrazione in questione infatti, inquadrata da un’importante cornice decorativa che occupa una pagina intera, non è soffocata dal testo, ma anzi, rispetto a questo, essa conquista un valore equivalente se non preponderante. Tuttavia, all’interno della cornice in alto a destra, la numerazione progressiva di ciascuna unità, come il testo in ottava rima, prerogativa tutta italiana, prevede un breve riassunto della vicenda contenuta nell’illustrazione e non una iscrizione stringata in forma d’epigramma, come invece accade nel modello francese. Infatti, nella suddetta illustrazione il testo che illustra, del mito di Ino e Atamante, la tragica vicenda in cui quest’ultimo, omicida del figlio Learco, provoca anche il suicidio in mare della sposa Ino; contempla, non soltanto i protagonisti dell’episodio, ma anche la causa che scatena tanta crudeltà in Atamante che consiste nella follia con la quale la Furia Tisifone lo aveva colpito. Nella breve descrizione poetica dell’episodio dunque, il racconto ovidiano non viene più interpretato allegoricamente, ma si esplica con un fare piuttosto banale, sotto forma di esempio morale; verosimilmente, la scelta di una formula esplicativa così elementare e ridotta non è forse da tributare alla modesta capacità dell’artista, quanto piuttosto al vasto pubblico di scarsa levatura culturale a cui era destinato. 

Claudia Terribili