23: Ino

Titolo dell'opera: Atamante infuriato uccide il figliuolo

Autore: Gabriele Simeoni

Datazione: 1559

Collocazione: La vita et metamorfoseo d'Ovidio figurato et abbreviato in forma d'epigrammi, a Lione, per Giovanni di Tornes, Typographo Regio, libro V, p. 69, tav. 57

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: al centro, seduti in trono e coronati, figurano a sinistra Atamante e a destra Ino. A destra la Furia tiene una torcia infuocata nella mano sinistra mentre con la destra capovolge un’anfora dalla quale fuoriesce un liquido che, in forma di serpenti, infetta i petti di Ino e Atamante

Soggetto secondario: Sullo sfondo a sinistra due servitori, impauriti, osservano l’accaduto.      

Personaggi: Atamante,Ino, Tisifone, due servitori

Attributi: barba,corona, mantello (Atamante); corona, lungo chitone (Ino); anguicrinita, mammelle di cagna, mantello insanguinato attorcigliato in vita, serpente avviluppato in vita, torcia infuocata, filtro mostruoso (Tisifone)

Contesto: la scena è ambientata all’interno del palazzo reale di Atamante e Ino

Precedenti: Bernard Salomon,La Furie et Athams, 1557 (Cfr. scheda opera 21)

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Guthmuller B., Mito, Poesia, Arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997, pp. 216-218

Annotazioni redazionali: l’opera di Gabriele Simeoni, nel complesso, tradisce la diretta derivazione da La Metamorphose d’Ovide Figurèe, opera francese del 1557 di cui l’autore è il grande Bernard Salomon. Egli, infatti, attraverso una sintesi poetico-figurativa giunge ad inaugurare una nuova tecnica narrativo-illustrativa didattica e, grazie alle sue silografie che faranno da modello alle generazioni successive, entra di diritto nella tradizione degli Ovidi illustrati. Con qualche eccezione Symeoni adotta lo schema narrativo e le stesse silografie del testo francese finalizzate ad isolare la vicenda principale di ciascun mito; infatti, l’illustrazione in questione inquadrata da un’importante cornice decorativa che occupa una pagina intera non è soffocata dal testo ma, rispetto a questo, essa conquista un valore equivalente se non preponderante. Tuttavia, all’interno della cornice in alto a destra la numerazione progressiva di ciascuna unità, come il titolo in ottava rima, prerogativa tutta italiana, prevede un breve riassunto della vicenda contenuta nell’illustrazione e non una semplice iscrizione in forma d’epigramma, come invece accade nel modello francese. In questo caso però, il titolo risulta alquanto fuorviante giacché, più che chiarire la scena illustrante l’azione cruenta della Furia Tisifone che, su prescrizione di Giunone, insinua il seme della follia nel palazzo d’Atamante; qui, invece, allude alla vicenda subito successiva a questa, anch’essa contemplata dal Symeoni, in cui Atamante impazzito uccide il figlio Learco (Cfr. scheda opera 24). In conclusione, la breve descrizione poetica dell’episodio si esplica in maniera imprecisa e piuttosto banale; verosimilmente, la scelta di una formula esplicativa così licenziosa ed elementare non è forse da tributare alla modesta capacità dell’artista ma, piuttosto, al vasto pubblico di scarsa levatura culturale a cui era destinato.

Claudia Terribili